Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ovs, i conti deludono crollo in Borsa: -32% Beraldo: «Stiamo già recuperando»
«Per me si profila un incontro difficile, VENEZIA dopo i dati 2017 e i prezzi in Borsa». Stefano Beraldo si è presentato così ieri pomeriggio alle 15 davanti agli analisti, per un incontro poi andato avanti un’ora e mezza. Nel bel mezzo di una giornata di bufera in Borsa, con il titolo, partito a 4,69 euro e sospeso più volte per eccesso di ribasso, che ha chiuso con un crollo del 32,1%, a 3,38 euro, sotto del 17% perfino al prezzo del primo giorno di quotazione, il 2 marzo 2015, allora a 4,1 euro.
Effetto del bilancio 2017 approvato l’altra sera. I dati rettificati parlano di ricavi per 1.525,7 milioni di euro, +12%, e di un utile netto di 106,5 milioni, con una posizione finanziaria netta a 317,9 milioni. Ma i dati reali vedono l’utile scendere a 5,1 milioni e la posizione finanziaria netta a 377,8, dopo svalutazioni per 101 milioni, dove gli effetti più pesanti arrivano dalla società svizzera Sempione, per cui è passata la joint venture con cui Ovs ha conquistato Charles Vögele; lì la partenza si è rivelata più difficile del previsto. La situazione generale ha avuto come esito la proposta del cda all’assemblea di non distribuire dividendi. Esito piombato inatteso sul mercato, dove gli analisti di Imi ed Akros in giornata hanno parlato di «risultati decisamente sotto le attese», rompendo bruscamente il clima di un’azienda abituata ai successi negli ultimi anni. «Servono rassicurazioni dalla conference call», erano le voci tra gli analisti riportate dalle agenzie.
«Crediamo che questa sia ancora un’azienda capace ancora in prospettiva di creare buoni risultati operativi - ha esordito Beraldo -. Siamo stati in linea con le previsioni fino a dicembre. Solo gennaio è stato un mese negativo sulle vendite, con cali a due cifre». E poi sul mancato dividendo: «Non è un segnale di debolezza finanziaria o di liquidità - ha continuato Beraldo -. Abbiamo suggerito di usare le munizioni per creare tutto il valore possibile attraverso la ristrutturazione dei negozi. E magari aumentando la rete con altre acquisizioni che sono sul tavolo». Beraldo ha parlato di 22 nuovi negozi Ovs in Italia e di 15 nuovi Upim «che vanno molto bene», entro un piano di rifornire e dare una nuova immagine a 40 negozi: «Ne abbiamo convertiti 7 e stanno producendo risultati migliori del 48% rispetto alla rete. Abbiamo deciso di non dare dividendi, ma devo dire che abbiamo ricevuto richieste dalle banche di allargare le nostre linee di credito: siamo considerati un’azienda su cui investire, di investment grade».
Poi il manager si è concentrato sul fronte svizzero. «L’obiettivo dell’accordo era per Vögele di diventare un’azienda snella e impostare un rilancio, per noi un’opportunità commerciale minimizzando i rischi. Dopo i primi due mesi, settembre e ottobre, di buoni risultati l’inverno si è dimostrato difficile. Forse i clienti Ovs sono più giovani e serve tempo. Stiamo lavorando duramente per migliorare l’assortimento e sostenere la società. E l’inzio della primavera sta migliorando negli ultimi giorni». L’esito complessivo: «È vero che la partenza è stata negativa rispetto ai concorrenti, ma le buone notizie stanno arrivando. C’è spazio per compensare le perdite: in questo momento siamo al di sopra dei livelli dell’anno scorso». Se Beraldo sia riuscito a fra breccia si vedrà, oltre la giornata nerissima di ieri.