Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Campiello Giovani Sogni e solitudini dei cinque finalisti
Selezionata a Verona la cinquina finalista. Il vincitore sarà proclamato il 15 settembre
Le difficoltà adolescenziali, l’anoressia, la paura del fallimento, i progetti di vita, le relazioni tra genitori e figli, le emozioni di un ritorno sui propri passi esistenziali, le donne e la violenza. E un sogno sopra tutti: diventare scrittori. Sono tremendamente seri i racconti dei venticinque ragazzi, tra i 17 e i 22 anni, semifinalisti alla ventitreesima edizione del Campiello Giovani, che ieri, al Teatro Nuovo di Verona, hanno preso parte alla selezione dei cinque finalisti. Chi con gli occhi che brillavano, chi con lo sguardo perso nel vuoto, chi chinando la testa, come per nascondersi, hanno ascoltato emozionatissimi la lettura (a cura degli allievi della scuola di teatro del Nuovo) dell’incipit del loro racconto che sanciva la scelta della giuria.
Sul palco, quasi increduli, si sono trovati Elettra Solignani, di soli 17 anni, del liceo Messedaglia di Verona: il suo Con i mattoni, strutturato come un alfabeto, è la storia di una ragazza che precipita nell’isolamento del disagio e dell’anoressia. Accanto a lei Alessio Gregori, 21 anni, di Monterotondo, studente universitario a Torino, con il suo Feromoni, giudicato «memorabile» dalla giuria, e Vincenzo Grasso, 20 anni, di Catania, studente di Filosofia anche lui a Torino, alla sua seconda partecipazione e già autore del romanzo Carmen. In concorso il suo Bestiario familiare, «racconto amaro e sapiente sulle dinamiche di una famiglia disfunzionale».
Non sono invece riusciti a essere presenti Alma Di Bello, 18 anni, di Blevio, in provincia di Como, selezionata per il suo Blackout, «racconto che indaga sul valore della giovinezza, l’arrivo della vecchiaia, e il senso della vita», e Lorenzo Nardean, 20 anni, di San Donà di Piave. Il suo Natura morta è piaciuto alla giuria per le riflessioni «sul dovere di scegliere e agire perché la nostra vita non resti un sogno mai realizzato».
Saranno loro a partecipare il 14 settembre prossimo a Venezia alla giornata del Campiello Ducale in attesa della premiazione del vincitore che avverrà il giorno successivo al Teatro La Fenice. In palio un viaggio di studio all’estero, la pubblicazione del racconto, la partecipazione a incontri e presentazioni. Entusiasmo anche tra gli altri venti semifinalisti - anche chi era alla seconda o terza partecipazione, «perché è un’esperienza bellissima, comunque», sostenuti da amici, nonni, genitori e compagni di scuola a fare la claque in platea -, che sul palco del Nuovo hanno atteso il pronunciamento.
Ai comici di Zelig Federico Basso e Davide Paniato, bravissimi a destreggiarsi tra timidezze, difficoltà, emozioni e incertezze, il compito di far parlare gli autori di sé e dei loro scritti, intervallati dalle gag con Gianni Cinelli e Alessandro Betti e dalle performance di danza dei ragazzi di «Le petit pas» e «Soul project». «Un’esperienza – ha raccontato ai concorrenti Andrea Zancanaro, vincitore della scorsa edizione – che cambia la vita, anche se resti sempre lo stesso, offrendoti grandissime opportunità». «Un’iniziativa unica nel suo genere – ha detto Matteo Zoppas, presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto - che mi rende orgoglioso. Sono felice di rappresentare la classe imprenditoriale veneta che investe attraverso il Campiello nella crescita culturale del Paese».
«Il Campiello Giovani è uno straordinario strumento per incoraggiare la creatività e la scrittura nei ragazzi – ha aggiunto Piero Luxardo, presidente del comitato di gestione del Premio Campiello Giovani, di cui fa parte da dieci anni. – Immaginiamo i giovani vivere un’età spensierata e serena: mi ha stupito come gli scritti dimostrino invece il sempre maggiore coinvolgimento dei loro autori nei drammi e nelle tensioni della nostra società. Un incupimento a cui corrisponde una visione matura e critica». Per seguire le storie del Campiello Giovani: #campiellogiovani.
Pagine La veronese Elettra Solignani e Lorenzo Nardean da San Donà i due veneti Visione Il presidente Zoppas: «Iniziativa unica, investiamo nella crescita culturale»