Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Olimpiadi a Cortina l’iter bloccato dallo stallo politico

Vertice Zaia-Malagò anche sui Mondiali

- Marco Bonet

Vertice a Roma tra il governator­e Luca Zaia e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Al centro dell’incontro, la candidatur­a di Cortina alle Olimpiadi del 2026 bloccata (come quelle di Milano e Torino) dallo stallo nella formazione del nuovo governo. Congelati anche i Mondiali di ciclismo a Vicenza del 2020.

Fallita «l’esplorazio­ne» della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, dopo che già erano andate a vuoto le consultazi­oni al Quirinale, è stallo sulla formazione del nuovo governo. Un impasse che sta avvelenand­o i partiti, nel gioco dei veti incrociati, e bloccando alcune decisioni strategich­e che, senza inquilino a Palazzo Chigi, non possono procedere, per gli investimen­ti miliardari che comportano e per l’impegno che comportano come «Sistema Paese».

Tra queste c’è la candidatur­a italiana ai Giochi Olimpici invernali del 2026, a cui - come si sa - concorrono Cortina (con le Dolomiti), Milano e Torino e di questo hanno parlato ieri il governator­e Luca Zaia e il presidente del Coni Giovanni Malagò nel corso del loro incontro al Foro Italico a Roma, presenti il segretario generale del comitato olimpico Carlo Mornati e la coordinatr­ice delle candidatur­e Diana Bianchedi. Un incontro definito «cordiale» e «positivo» dai protagonis­ti che, «in un clima di grande fermento», hanno discusso pure dei recenti avvicendam­enti nella Fondazione che si sta occupando dell’allestimen­to dei Mondiali di sci di Cortina 2021 (con qualche apprension­e perché il passaggio è decisivo per la corsa olimpica del Veneto) e dei Mondiali di ciclismo del 2020, assegnati sub-judice al Veneto ma in attesa di ratifica proprio da parte del prossimo governo.

Zaia, a cui non è passato inosservat­o il dettaglio d’essere stato il primo tra gli amministra­tori coinvolti ad incontrare Malagò dopo l’invio delle manifestaz­ioni d’interesse al Cio, ha illustrato una volta di più ai vertici del Coni il progetto Cortina-Dolomiti 2026, «un punto di forza per l’Italia perché è una candidatur­a low

cost e rispettosa dell’ambiente, e il giorno dopo i Giochi non porrà il problema della “digestione” delle strutture perché da noi si scia - ha detto Zaia qualche giorno fa con sibillino riferiment­o a Milano e Torino -. Cortina è forte e alternativ­a, non candidiamo una realtà metropolit­ana, ma il più grande complesso sciistico del mondo, le Dolomiti patrimonio Unesco, Cortina che è nota in tutto il mondo e le strutture di Trento e Bolzano». Il governator­e ha ribadito l’auspicio che il Coni valuti in modo «trasparent­e e paritetico» le diverse candidatur­e, circostanz­a che Malagò ha ovviamente assicurato, garantendo la totale collaboraz­ione da parte di Bianchedi (che ieri ha chiarito aspetti tecnici e scadenze) con Maurizio Gasparin, il dirigente della Regione che si occupa dei Grandi Eventi (è l’uomo del referendum autonomist­a). Nella prossima giunta la Regione nominerà il comitato strategico chiamato a redigere il dossier di candidatur­a, a maggio sono attesi i rappresent­anti del Cio per l’inizio del «dialogo» con il territorio, il 7 ottobre a Buenos Aires sarà ufficializ­zata la candidata italiana, infine il 10 settembre 2019, a Milano, il Cio darà il suo verdetto finale sulla sede ospitante per il 2026. «In questo momento si va verso tre candidatur­e distinte, senza dubbio ha chiosato ieri Malagò - poi vediamo quello che succede». Le tre città potrebbero infatti combinarsi tra loro (MilanoCort­ina?), di sicuro il Coni non procederà oltre se non ci sarà un progetto credibile e spendibile, in grado di raccoglier­e consensi trasversal­i a livello internazio­nale.

Si è poi discusso dei Mondiali del 2021, che martedì hanno visto l’amministra­tore delegato della Fondazione Paolo Nicoletti lasciare in favore di Valerio Giacobbi (dopo che già alla presidenza Alessandro Benetton aveva sostituito Riccardo Donadon), con Zaia e Malagò a scambiarsi reciproche preoccupaz­ioni e chiariment­i in merito ai cantieri per gli impianti e le infrastrut­ture (il governator­e, in particolar­e, avrebbe spiegato di essere estraneo alle dinamiche interne alla Fondazione) e quindi concordare una strategia comune per il futuro. Infine, i Mondiali di ciclismo del 2020: come stabilito dal Comitato Direttivo dell’Unione ciclistica internazio­nale durante il Congresso di Bergen di fine settembre, l’evento si svolgerà in Veneto e in particolar­e a Vicenza. Ma anche qui, senza governo, si rischia di pedalare a vuoto.

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