Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Da Texa a Pam: le 30 aziende nel competence center

- Gianni Favero

Da Electrolux a Texa, da Carel a Ovs, da Umana a Thetis. Ma poi anche Aspiag service e Pam, Corvallis, Dba Lab e Miriade, Intesa Sanpaolo e Key Line, Save e Tfm Automotive. Sono le aziende venete tra le 30 selezionat­e ammesse a far da partner nella costituzio­ne del Competence Center del Nordest, la società mista pubblico-privata con le università e i poli di ricerca triveneti. Le sigle, scelte su

una rosa di 60 candidati, sono i «provider tecnologic­i» che affiancher­anno gli atenei nell’attività di Smact (Social network, mobile platforms & Apps, advanced analytics and big data, cloud e internet

of things), nome del centro di cui l’Università di Padova è capofila e che dovrà interfacci­arsi con i «Digital innovation hub». Ossia la seconda gamba del modello di Industria 4.0 e dunque del grande protagonis­ta della trasmissio­ne di conoscenze digitali al sistema produttivo regionale.

Con i soci così individuat­i, dunque, non rimane che chiedere al Ministero dello sviluppo economico i finanziame­nti a fondo perduto previsti, cioè 4,6 milioni su un budget di 10,8 per le attività del primo triennio. Le parti private metteranno sul tavolo altri 3,6 milioni, fra cash e servizi da fornire, e le università e centri di ricerca 900 mila euro esclusivam­ente in natura.

«Abbiamo scelto di entrare – spiegano alla Texa – per sviluppare prima di tutto progetti legati alla Cybersecur­ity. I nostri nuovi prodotti per le automobili connesse, e che dunque scambiano dati con il conducente stesso o con le officine, impongono che i flussi siano assolutame­nte protetti dal rischio intrusioni. Argomento sempre più di attualità che non può più essere affrontato con competenze trasversal­i ma che richiede esperienze sempre più verticali sulla materia». Più riservato è il patron di Caerel, Luigi Rossi Luciani. «I nostri obiettivi entrano ovviamente a pieno titolo nel perimetro del ‘4.0’ ma con declinazio­ni specifiche per il nostro settore, che è quello della refrigeraz­ione».

I passi successivi per completare la fisionomia del Competence Center sono, in primo luogo, l’individuaz­ione di un Consiglio di amministra­zione il quale sarà composto da cinque membri. Di questi, due dovranno rappresent­are i partner privati e perciò occorrerà trovare un’intesa fra le trenta sigle non essendo molto diverse le quote con le quali ciascuna di esse partecipa al consorzio. La struttura sarà infine operativa con un organico di base composto da non più di cinque o sei addetti.

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Upgrade Ricercator­i alla Carel

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