Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Famila ha perso le certezze Vincent: «Ma siamo di valore» Semifinale-scudetto, il tecnico dopo il ko con Napoli
Partenopee sull’1-1 nella serie Domani gara-3 in trasferta
SCHIO
Cosa succede quando la testa improvvisamente stacca e ti trovi di fronte a una situazione inattesa? La risposta è nell’esito di gara-2 della semifinale scudetto andata in scena domenica al «PalaRomare».
Contro ogni pronostico, Schio affonda male, viene infilzata più volte da un avversario (la Dike Napoli) in stato di grazia e vede improvvisamente complicarsi la marcia verso la finale.
L’1-1 nella serie, che si sposta da domani pomeriggio alle 18 in Campania, mette il Famila con le spalle al muro. Il quintetto guidato da Pierre Vincent dovrà obbligatoriamente vincere almeno una delle due partite a Napoli per invertire una rotta sorprendentemente suicida per le scledensi partite favorite.
Una missione che pareva agevole e che, come in una virata a 180 gradi, presenta prospettive diametralmente opposte a distanza di pochissimo tempo.
Si arrabbia molto il tecnico Pierre Vincent, non pensava che il vento sarebbe cambiato e che il pubblico mugugnasse come accaduto domenica al PalaRomare.
«La sconfitta ha molte spiegazioni — sottolinea il coach francese — Loro hanno tirato benissimo da fuori, hanno lasciato molto spazio alle nostre due play che, come sappiamo, non sono due grandi tiratrici. A quel punto si è complicato tutto e abbiamo perso. Non accetto, però, che venga buttato tutto a mare».
Continua l’allenatore transalpino delle orange: «Guardate il calendario e il nostro cammino, capirete di cosa sto parlando. Abbiamo sempre vinto per tutta la stagione, abbiamo perso una sola partita e improvvisamente siamo diventate le più scarse del mondo. Questo per un allenatore è inaccettabile. Non si fa così, le ragazze hanno bisogno di positività, invece la gente ha paura e la trasmette alla squadra. E questo non va per niente bene».
Un «j’accuse» davvero veemente, che potrebbe spalancare le porte alla solita reazione da belve ferite che ha contraddistinto più volte le recenti stagioni del Famila.
Quando è con le spalle al muro, la squadra dà il meglio di sé, anche se dopo tanti anni di vittorie in serie, è difficile non staccare la spina, anche inconsciamente, in alcune circostanze.
Va dato merito, infine, a Nino Molino. Con Ragusa aveva perso uno scudetto al fotofinish, giurando rivincita prima o dopo. L’ha ottenuta domenica con una partita tatticamente superba che ha dimostrato, ancora una volta, il valore di un tecnico talvolta sopra le righe, ma sicuramente bravissimo.
E che quando il gioco si fa duro non si tira mai indietro. Costi quel che costi. E stavolta potrebbe centrare l’obiettivo che insegue da sempre: battere la «bestia nera» Schio.
Schio battuta