Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Variati chiude «Ora mi fermo, grazie Rumor»
"Ieri sera ha pronunciato il suo ultimo discorso in consiglio comunale a Vicenza, dopo 10 anni da sindaco (più altri 5 dal ‘90 al ‘95). Achille Variati, 65 anni, uomo di punta del centrosinistra in Veneto, per ora si ferma qui: «Per il futuro vedremo, sono pensionato ma vorrei essere ancora utile. Dico grazie al mio maestro Rumor, che mi ha insegnato la fondamentale differenza tra essere popolare e populista».
la grande emozione quando giurai davanti al prefetto e mi pareva che quella fascia fosse già tanto pesante. Avevo 37 anni ma stavo in consiglio comunale già da dieci, eletto per la prima volta nel 1980».
Il congedo dal Comune arriva la sera del 24 aprile: è un po’ la sua festa della liberazione?
«ride, ndr) Attenzione che io non scappo, farò il sindaco sino all’ultimo e, chiunque vinca le elezioni di giugno, mi troverà in municipio per il passaggio di consegne. Poi, di sicuro sarò un po’ più leggero».
In quasi quarant’anni di politica attiva ha conosciuto tutti i potenti del Veneto, ad alcuni dei quali ha fatto fiera opposizione: chi ha stimato
di più e chi, invece, ha dovuto sopportare?
«Ho stimato e stimo moltissimo Massimo Cacciari, un uomo che da sindaco di Venezia è stato molto importante e che poi, da consigliere regionale di opposizione, ha dimostrato un grande rispetto per la democrazia assembleare e una lungimiranza assoluta. Ho dovuto sopportare il sistema di potere che stava intorno al governatore Giancarlo Galan. All’uomo riconosco grande intelligenza, di cui si sentirebbe il bisogno ancora oggi, ma il sistema che a lui faceva riferimento era chiaramente malato. Ricordo che, durante una campagna elettorale per la Regione, venne a un incontro nel Vicentino dov’erano presenti diversi consiglieri regionali. Li salutò tutti ma, quando fu il mio turno, si rifiutò di darmi la mano, facendo l’offeso per l’opposizione che non gli avevo risparmiato in aula. Sul momento la cosa mi ferì ma guardandola con gli occhi di
adesso...». A chi si sente di dire grazie nel giorno dei saluti?
«Mi fate andare molto indietro, a una persona che non c’è più da tanti anni. Dico sempre grazie al mio maestro, Mariano Rumor. Fu lui che mi incoraggiò da giovane e che mi insegnò alcune cose fondamentali: il rispetto per tutti, il ripudio della violenza
paura, Ora, se come fai di si tutto è visto un spesso. po’ o scopiazzi gente sceglierà i temi sempre degli altri, l’originale. la Perciò, il centrosinistra vincerà anche in Veneto quando avrà un proprio vocabolario originale, senza scimmiottare gli altri ma dicendo pane al pane. Poi, come sempre, ci vuole un leader vero».
Quello di stasera (ieri sera per chi legge, ndr) è un congedo definitivo dalla vita pubblica? O c’è ancora spazio per nuove esperienze, questa volta magari fuori dal Veneto?
«Potrebbe anche finire qui, in tutta sincerità ancora non lo so. Di sicuro ho bisogno di un periodo per ripensare a me stesso, ai miei affetti, però stare improvvisamente lontani dall’impegno politico, dopo tanti anni, può risultare difficile. Stiano tutti tranquilli, non soffro l’ansia di avere una ricollocazione. Ma non penso che andrò ai giardinetti a guardare gli uccellini».
Per curiosità, alla voce «professione» sulla carta d’identità cosa c’è scritto?
«Ormai ci devo scrivere “pensionato”, ho fatto i 65 anni e ho cominciato a lavorare molto presto, dopo il diploma ho preso la laurea in Matematica da studente lavoratore. Detto questo, mi sembra che di saggezza e di autorevolezza in giro ci sia ancora tanto bisogno».
E allora, a 65 anni, cosa si può fare «da grandi», dopo essere stati sindaco per 15 anni e consigliere regionale per altri 13?
«La vera domanda è questa: se si dovesse presentare qualche altra occasione, come potrò rendermi ancora utile, ma utile veramente? Perché non c’è cosa peggiore di infilarsi in una di quelle situazioni nelle quali chi ti sta attorno non vede l’ora di allontanarti con una pedata nel sedere, perché hai fatto il tuo tempo. Io voglio andarmene con la schiena dritta e camminando sulle mie gambe».