Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ponte, la Vardanega chiede un milione
Il Comune di Bassano valuta di far saltare il contratto, la ditta presenta il conto
BASSANO
Ponte, è rottura. L’impresa appaltatrice presenta il conto (un milione di euro per l’avanzamento lavori) mentre i tecnici comunali incontrano gli avvocati per decidere il da farsi sul futuro del restauro del Ponte degli Alpini che da alcuni mesi sta vivendo una fase di stallo. E l’epilogo potrebbe essere la risoluzione del contratto con la Nico Vardanega Costruzioni, per i «pesanti ritardi accumulati» e per le «numerose inadempienze».
L’impresa appaltatrice presenta il conto mentre i tecnici comunali incontrano gli avvocati per decidere il da farsi sul futuro del restauro del Ponte degli Alpini che da alcuni mesi sta vivendo una fase di stallo.
E l’epilogo potrebbe essere la risoluzione del contratto con la Nico Vardanega Costruzioni, per i «pesanti ritardi accumulati» e per le «numerose inadempienze». Il Comune si è affidato ai legali per capire in quali termini e con quali conseguenze l’accordo può venire meno.
Lo scontro fra ente e azienda sembra giunto alle battute finali e la vicenda è ormai ad un punto di svolta. «Al momento non sappiamo che tempi serviranno, ma siamo ad un bivio e indietro non si torna: o l’impresa ci fornisce le soluzioni richieste e ci garantisce il recupero dell’intervento, oppure la partita finisce qui e assegneremo i lavori ad un’altra azienda», ribadisce deciso il sindaco Riccardo Poletto lanciando l’ultimatum. Una possibilità sulla quale la Vardanega si era già espressa nei giorni scorsi nel carteggio epistolare con la direzione dei lavori «L’ipotetica e non auspicabile risoluzione del contratto non sarà accettata da questa impresa che si rivolgerà ad ogni sede competente per il riconoscimento delle proprie ragioni e si opporrà a qualsiasi forzatura delle normative vigenti», aveva scritto.Nel frattempo, la ditta batte cassa.
L’altro ieri ha trasmesso al Comune la richiesta di emissione del primo «stato di avanzamento lavori» che corrisponde a 1 milione 186mila euro. Ma potrebbe esserci pure una richiesta danni per «andamento anomalo» del cantiere il cui importo è stato calcolato in quasi 395mila euro ed è motivato anche da una «mancata cooperazione della direzione lavori». L’azienda, quindi, ha presentato il conto delle operazioni eseguite tra forniture, indagini, puntellazioni delle due stilate ad est, opere provvisionali, costruzione delle ture, oneri per la sicurezza maturati.
La richiesta danni sarebbe riferita invece alle spese generali improduttive: manodopera, mezzi e attrezzature sottoutilizzate. Una mossa che il sindaco non vuole commentare: «Confidiamo di arrivare alla soluzione migliore e in tempi rapidi». Tra le questioni tecniche aperte ci sono la trave di fondazione, che pare non si possa più inserire perché l’impresa ha puntellato le prime due stilate a est, la tenuta della spalla Nardini sulla quale dovrebbe essere inserita la reticolare, il legno da sostituire. Ieri intanto, il direttore della sicurezza Dario Foppoli ha eseguito una verifica nel cantiere, ma pare non sia emerso nulla di particolare. In ballo c’è anche la rimozione, o riduzione, delle ture.