Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ultimo Consiglio, si chiude un’era Formisano da record: mille presenze
L’addio di Bulgarini d’Elci («È stato un onore»), la speranza di Pupillo e (poche) perplessità
Dal Prà Caputo «Per me la figura di Achille Variati è stata come quella di un padre»
Non è «tarallucci e vino», perché ha una connotazione negativa che non s’addice, ma è pur sempre aperitivo e cena. L’ultimo consiglio comunale del mandato del sindaco, Achille Variati, si chiude così. Momenti conviviali fra i consiglieri di maggioranza e opposizione che chiudono un’era iniziata nel 2008 e che arrivano dopo un’assise, quella di ieri, in cui ai volti degli ultimi cinque, ma anche dieci anni, si affiancano parole nuove: si è detto (poco) di lavori, per nulla di progetti futuri, molti invece sono stati i messaggi d’addio. E dunque per tutto il tempo in sala Bernarda la memoria è volata all’indietro, a ricordare le esperienze passate in aula. Innanzitutto ai numeri, portati dal presidente del Consiglio, Federico Formisano, e che mettono a confronto l’ultimo consiglio comunale dell’era del sindaco Enrico Hüllweck con la seduta finale del suo successore Variati: «Noi lasciamo senza alcuna interrogazione in sospeso e con due ordini del giorno nell’ultimo Consiglio - afferma Formisano mentre dieci anni fa si lasciava l’aula con 254 ordini del giorno e 248 interrogazioni in sospeso». Ma oltre ai numeri e ai documenti approvati (il bilancio consuntivo 2017 e una delibera sulla biblioteca Bertoliana) risuonano interventi d’addio, applausi, saluti, ringraziamenti.
A rompere gli indugi è Sandro Pupillo: il consigliere comunale della lista Variati, che da anni combatte la sua battaglia contro la leucemia, ha voluto essere presente all’ultima seduta di Sala Bernarda prima dello stop che anticipa di 45 giorni il voto per le Amministrative: «Spero di rivederci qui tra eletti nel prossimo consiglio comunale» dichiara il consigliere ricandidato nella lista «Da adesso in poi, civici per Vicenza». Segue il vicesindaco, Jacopo Bulgarini d’Elci, che non è candidato e dunque il suo è un addio: «Servire come vicesindaco è stato il grande onore della mia vita - afferma - una splendida opportunità che mi ha consentito di crescere, anche dal punto di vista umano. Mi scuso per gli errori commessi, tutti in buona fede».
Non poteva mancare il messaggio d’addio del consigliere con la più alta esperienza in aula, ovvero Formisano: mille sedute di Consiglio alle spalle, quattromila ore, sei mesi di vita. «Sono certo del fatto che non è tempo passato inutilmente - osserva -. Ho sempre creduto nell’importanza di questo organismo e invito i futuri consiglieri a non considerare questo ruolo solo come semplice passaggio verso altri lidi della politica».
Poi c’è chi si lascia alle emozioni («Per me la figura di Variati è stata come un padre» dichiara il consigliere Pd Stefano Dal Prà Caputo) e chi interviene dai banchi dell’opposizione ricordando il passato: «Una volta si facevano Consigli anche di notte e si finiva alle sei di mattina, ora non più», sostiene Claudio Cicero (lista Cicero). E qualche critica arriva pure da Daniele Ferrarin (Movimento cinque stelle): «Per me è stato essere consigliere è stato un piccolo grande percorso di vita - dichiara - ma in questi anni ho respirato tutto il distacco fra l’azione e la politica amministrativa di quest’aula e la vita dei cittadini. E a chi si ricandida per la terza o quarta volta dico che si può fare politica anche fuori dal palazzo».