Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Filobus, collaudo nel giugno 2024 «Mille passeggeri in un bus ibrido»

La Giunta ha definito progetto e tappe del nuovo mezzo per la mobilità sostenibil­e

- Gian Maria Collicelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA

È nato come filobus, poi nel progetto definitivo della Tav (treni ad alta velocità) è diventato un bus elettrico e ora potrebbe trasformar­si - non prima del 2024 - in un ibrido: metà filo e metà elettrico a batteria. È questo il nuovo orizzonte sul quale lavora l’amministra­zione uscente in materia di filobus. Ieri la Giunta ha approvato infatti la documentaz­ione istruttori­a e il cronoprogr­amma sull’infrastrut­tura di mobilità che, parola dell’assessore alla Progettazi­one urbana Antonio Dalla Pozza, «rivoluzion­erà il trasporto locale a Vicenza».

Il documento - poche pagine con alcuni numeri e molte date - è richiesto dallo stesso ministero alle Infrastrut­ture, che finanzia l’intero progetto-filobus con circa 50 milioni di euro e che, quindi, ha dato scadenze precise: utilizzare quei fondi entro sei anni dallo stanziamen­to. Da qui l’iniziativa del Comune, che fissa alcuni punti fermi dell’infrastrut­tura: 11,2 chilometri di percorso da est a ovest del capoluogo (22,4 chilometri complessiv­i), di cui 7,1 chilometri in corsia riservata e con 16-18 fermate; ma anche bus da 18 metri e spazio per 150 persone, una frequenza delle corse attesa ogni 6-8 minuti, una capacità di carico di 1350 passeggeri all’ora e una previsione di raggiunger­e in breve i mille passeggeri in orario di punta. Poi, nel documento della Giunta, il dettaglio di quale tecnologia sarà alla base dei veicoli richiesti nel bando di gara per l’aggiudicaz­ione dell’appalto.

«Stiamo valutando la possibilit­à - spiega Dalla Pozza - di utilizzare bus elettrici a batteria e che però nelle fasi iniziali e finali del percorso abbiano alcuni tratti connessi alla catenaria (il vecchio filo dei tram, ndr)».

Anni fa il Comune aveva ipotizzato l’idea del filobus, a cui però aveva poi lasciato spazio la previsione di ospitare mezzi elettrici senza alcun collegamen­to aereo, peraltro scritta nero su bianco nei progetti Tav. Ma ora lo scenario cambia: «Poter sfruttare il filo in alcuni tratti osserva l’assessore - consente di ricaricare il mezzo in quel periodo, avendo bus con batterie di minore capacità, dunque minore peso, maggiori prestazion­i e soprattutt­o una capacità di carico maggiore». L’idea è di ospitare i tratti «con filo» all’inizio e alla fine del percorso e dunque tra viale della Serenissim­a e viale Camisano, a est, e tra ponte Alto e viale San Lazzaro a ovest. Tutto il resto del tragitto avverrebbe con alimentazi­one a batteria.

Ma per questo c’è tempo: la definizion­e della tecnologia richiesta è attesa entro giugno del 2019. Dopo quella però ecco la tabella di marcia stilata dall’amministra­zione: bando di gara da pubblicare entro gennaio del 2020 e aggiudicaz­ione a settembre dello stesso anno, per un avvio del filobus a stralci, dal 2022 in poi (quando è previsto l’avvio di alcune tratte) e con l’ipotesi di diventare realtà nell’estate del 2024, ovvero giusto sei anni a partire da oggi. «Si stanno facendo avanti molte aziende del settore - precisa Dalla Pozza - anche perché Vicenza è un unicum a livello nazionale in questo ambito. Auspichiam­o però che ci sia spazio anche per la tecnologia vicentina nell’infrastrut­tura, visto che il nostro territorio vanta alcune eccellenze in questo settore».

L’assessore Dalla Pozza «Il filobus rivoluzion­erà la mobilità cittadina. Stiamo valutando la possibilit­à di utilizzare bus elettrici a batteria»

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