Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«L’Usl non verificò la laurea» La lotta di mamma Renata Stampini, udienza civile per la morte di una puerpera
Il dolore «L’azienda sanitaria ha agito con superficialità, non ha vigilato. Mia figlia chi me la ridà?»
«L’azienda sanitaria bassanese ha agito con superficialità, non ha vigilato e verificato che Andrea Stampini in realtà non era un medico ginecologo ma solo un geometra. E ora mia figlia, che è morta dopo il parto, chi me la ridà? L’Usl 7 ammetta almeno le sue responsabilità». Gli occhi bagnati dalla commozione, la dolcezza delle parole, sono quelle di una mamma che da quattordici anni a questa parte convive quotidianamente con il logorante dolore per la perdita della figlia Silvia Dalla Rizza, ma la determinazione è quella di una leonessa. Perché Renata Stevan, che assieme ai suoi famigliari e assistita dall’avvocato Gaetano Crisafi ha intentato causa civile, non intende mollare. Anche ora che è chiaro che l’assicurazione non vuole risarcire perché, spiega, copriva i danni causati da medici e non da geometri. E tantomeno l’azienda sanitaria che si trincera dietro la prescrizione (anche se questa matura nel momento in cui si scopre del reato e cioè dal 2015): sta di fatto che il giudice civile aveva invitato le parti alla mediazione, ma il legale dell’Usl ieri non si è presentato all’incontro. «Eppure io non intendo lasciar perdere, non è giusto, e non ne faccio affatto una questione di soldi», le parole di Renata Stevan che chiede a gran voce giustizia per la perdita dell’amata figlia, che risale al gennaio 2004, quando venne sottoposta d’urgenza ad un cesareo proprio da Stampini, indagato dalla procura di Vicenza per esercizio abusivo della professione medica e truffa, per aver incassato gli stipendi da medico quando medico, almeno per l’accusa, non era. Compresi i 17 anni da dirigente medico nel reparto di ostetricia e ginecologia del San Bassiano. Era lui in servizio il giorno in cui la 29enne Dalla Rizza aveva dato alla vita una bellissima bimba ma lei non era sopravvissuta. L’inchiesta aperta all’epoca dalla procura di Bassano non aveva portato a nulla, visto che il gip aveva prosciolto Stampini dall’accusa di omicidio colposo, anche grazie all’esito della consulenza medico legale. Ma la scoperta, nel 2015, che il 66enne ferrarese in realtà non avrebbe mai conseguito la laurea e tanto meno l’abitazione medica ha risvegliato sospetti e forti dubbi: se ad operare fosse stato un medico vero Silvia ora sarebbe viva? Per Renata Stevan, il marito Francesco Dalla Rizza, il genero Massimo Signori e la nipotina c’è una responsabilità dell’Usl che non ha vigilato sul proprio dipendente, tanto che hanno chiesto danni per quasi 2 milioni. La mediazione non c’è stata e se ne riparlerà a settembre davanti al giudice Lamagna. «Dispiace che l’Usl non abbia dimostrato alcuna volontà conciliativa come tra l’altro imporrebbe la legge, è inqualificabile che non si sia presentata all’incontro – il commento dell’avvocato Gaetano Crisafi –. Le sue responsabilità sono palesi».