Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Paolo, Matteo e i suoi operai alla camera ardente del conte Lutto cittadino a Valdagno

Il saluto a Pietro Marzotto. Mercoledì bandiere a mezz’asta per i funerali

- Gian Maria Collicelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I primi a entrare sono stati i suoi familiari, su tutti il fratello Paolo e il nipote Matteo. Un saluto intimo, nel privato della camera ardente allestita nella sede della Fondazione Marzotto a Valdagno. E dopo di loro l’abbraccio della città: dagli ex-operai del Lanificio Marzotto ai cittadini e fino al suo autista personale che per 15 anni lo portò in giro per l’Italia. Tutti a ricordare il conte Pietro Marzotto, l’imprendito­re della dinastia valdagnese che guidò l’azienda di famiglia per 16 anni contribuen­do al successo in Italia e nel mondo ma che non si tolse mai l’etichetta di uomo del dialogo, di persona disponibil­e, di titolare rispettoso.

Pietro Marzotto è morto giovedì all’età di 80 anni e da ieri è aperta la camera ardente nella sede della Fondazione (via Petrarca 1). Il Comune di Valdagno ha indetto una giornata di lutto cittadino mercoledì 2 maggio, quando sono previsti i funerali (alle 11 nella chiesa di San Clemente), ma la perdita del conte ha lasciato profondo dispiacere in famiglia. A partire dal fratello Paolo: «Auguro a tutti di riuscire a trovare un’altra persona come Pietro - dichiara - anche per quel che ha fatto per Valdagno». Il nipote Matteo lo ricorda come «un uomo tutto d’un pezzo»: «Mio zio è stato per me un uomo importante afferma - ho iniziato a lavorare con lui e lo ricordo con grande affetto e riconoscen­za. Era un uomo tutto d’un pezzo, dal punto di vista morale, una gran brava persona. Ma devo dire che ha fatto pochi sconti e se ne è fatti pochi pure lui, visto che per moltissimi anni ha dato anima e corpo al lavoro. Tutti i messaggi di stima e affetto mi fanno piacere, segno che la società di oggi non dimentica i valori».

L’anima dentro l’azienda e un occhio rivolto al sociale. Il «conte Piero», era questo. Oltre a guidare l’azienda di famiglia, per 12 anni Pietro Marzotto fu presidente anche dell’omonima Fondazione, che opera ancora oggi a Valdagno e che proprio quest’anno celebra 60 anni di vita. A guidarla, la nipote di Pietro, Veronica Marzotto: «Lui lasciò il segno in Fondazione in modo positivo - osserva - arricchend­ola degli strumenti e di una visione aziendale che ancora oggi ci permette di navigare in acque sicure». Come molti, in famiglia, anche il suo ricordo dell’imprendito­re è denso di emozioni: «Era un combattent­e - dice Veronica Marzotto - e lo ha dimostrato anche con la malattia contro la quale lottava da tempo. Lo ricordo come un uomo forte e di una grande onestà intellettu­ale, aveva il suo ruolo ma rispettava tutti, e d’altronde aveva imparato così dal padre (il conte Gaetano Marzotto, ndr)».

Ieri, a Valdagno, molte sono state le persone che hanno voluto dare il proprio saluto al conte Piero, come lo chiamavano in città. Fra questi alcuni ex-operai («Sono scioccato dalla sua morte» dice un-ex operai della Marzotto all’uscita dalla camera ardente) ma anche semplici valdagnesi: «Pensava molto alla sua città» dice Barbara. Fra le visite, anche quella - sentita - del suo autista personale, Giovanni Cariolato, che a parlare si commuove: «Il conte Pietro era una persona molto generosa - dice - trattava bene i suoi dipendenti e anzi, con chi ci lavorava assieme aveva sempre un gran rapporto, chiedeva pure consigli». Per anni Giovanni guidò auto italiane «perché - spiega - Pietro Marzotto ci teneva a comprare auto italiane per favorire l’impresa e l’economia nazionale». E poi i ricordi meno conosciuti: «Amava mangiare e per lui il pranzo era sacro - osserva Cariolato -. Ricordo che qualsiasi riunione facessimo o dovunque dovesse andare, per pranzo si fermava e si sedeva a mangiare. Pure un giorno che da Torino andammo a Roma e poi fino a Napoli ci fermammo. Nonostante il fatto che lui, dopo Napoli, partì in aereo per Venezia visto che alla sera doveva essere a Cortina».

La camera ardente sarà aperta fino a domani in Fondazione (dalle 15 alle 17) mentre martedì 1 maggio il feretro sarà al Lanificio Marzotto (dalle 10 alle 18), prima di raggiunger­e villa Margherita, a Valdagno, di proprietà della Fondazione. Da lì, la mattina il 2 maggio, il feretro raggiunger­à la chiesa di San Clemente per la cerimonia funebre.

Cariolato (l’autista) Ci trattava bene e chiedeva pure consigli

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 ??  ?? Da ieri e fino a domani la camera ardente di Pietro Marzotto (a sinistra) è aperta alla Fondazione Marzotto. I primi ad arrivare ieri sono stati Paolo e Matteo (nella foto a destra di spalla)
Da ieri e fino a domani la camera ardente di Pietro Marzotto (a sinistra) è aperta alla Fondazione Marzotto. I primi ad arrivare ieri sono stati Paolo e Matteo (nella foto a destra di spalla)
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