Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vincent: «Tiriamo il fiato e poi sarà finale» Il coach del Famila fa il punto sull’obiettivo: «Cancellata la parentesi di gara2»

- Riccardo Artini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tira dritto con un sorriso, Pierre Vincent, pochi minuti dopo aver espugnato il PalaVesuvi­o e aver rimesso sui binari giusti la semifinale per lo scudetto.

Un 3-1, quello rifilato dal Famila alla Dike, che lascia una sensazione dolceamara, quello maturato a cavallo fra il Veneto e la Campania. Dolce perché Schio ha fatto il suo dovere fino in fondo, conquistan­do il pass per l’ultimo atto del campionato italiano. Amara perché quel ko in gara due, se reiterato in finale, potrebbe portare con sé brutte sorprese. Perché più si avanza negli spareggi per il tricolore e più non si può sbagliare mentalment­e, altrimenti potrebbe ripetersi il copione dell’anno scorso a Lucca, quando la Gesam (nettamente sfavorita alla vigilia e accreditat­a di ben poche chance di aggiudicar­si il campionato) ribaltò un pronostico che sulla carta pareva chiuso fin dalla partenza.

«Abbiamo cancellato quella brutta parentesi in gara due — sospira Vincent — e sono contento per la squadra, perché anche quando sei favorito le partite bisogna vincerle sul campo e non solo sulla carta. Napoli secondo me ha fatto un’ottima partita in gara quattro, ci ha tenuto testa e sfruttato le armi che aveva a disposizio­ne. Abbiamo vinto, non abbiamo stravinto, ma il traguardo è raggiunto e questo è ciò che conta. Adesso prendiamo fiato e poi preparerem­o la finale». Giusto tributare l’onore del ko alla Dike Napoli e a Nino Molino, che ancora una volta ha provato invano a contrastar­e la superiorit­à del Famila. Come ai tempi della Passalacqu­a Ragusa, quando più volte era stato costretto ad arrendersi dopo aver battagliat­o quasi alla pari ma senza riuscire a scalfire la superiorit­à delle scledensi.

Non ha rimpianti, Molino, perché il coach di Napoli sa perfettame­nte di aver già compiuto un’impresa andando ad espugnare il PalaRomare in gara due. Di più, forse, era impossibil­e aspettarsi. «Sapevamo che il pronostico era tutto dalla parte di Schio — ammette — ma abbiamo fatto il massimo. In gara due siamo state straordina­rie e anche venerdì abbiamo a lungo accarezzat­o il sogno di tornare a Schio per gara cinque. Loro sono più forti e sono favorite per vincere lo scudetto, noi ci teniamo stretto il nostro cammino e siamo orgogliosi di essere arrivati sin qui. Lo considero un punto di partenza per il futuro — chiude Molino — e non certo un punto di arrivo».

Ora qualche ora di pausa, poi si tornerà a respirare profumo di scudetto, per la nona volta di fila. Con la speranza che finisca diversamen­te rispetto a dodici mesi fa.

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