Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La salma di Pietro Marzotto torna nella sua fabbrica Domani i funerali del conte

- A.Al.

Una lenta ma continua procession­e per salutare Pietro Marzotto, morto giovedì a 80 anni.

Oggi la salma sarà trasferita al lanificio (dalle 10 e 18), poi sarà trasferita nella casa natale del conte, a Villa Margherita, da dove partirà domani, giorno di lutto cittadino per Valdagno, per i funerali che saranno celebrati alle 11 nella chiesa di San Clemente.

I ricordi legati a Pietro Marzotto sono molti. Come quelli di Laura Maria Masorgo, presidente della cooperativ­a sociale Primula. «Alla sera, ogni tanto, il conte Piero attraversa­va la strada e veniva in piazza Roma. Entrava nel negozio di mio padre, il barbiere del “Salone Toni”. Arrivava da noi e chiedeva a mio padre di abbassare un po’ la serranda: si tagliava i capelli, certo, e facevano delle chiacchier­ate fantastich­e - spiega - Piero era un cliente, ma quando veniva era un evento. Cercava di arrivare verso fine giornata, all’orario di chiusura, così mio padre non aveva altri clienti. Lo ricordo come una persona che voleva proprio vivere a Valdagno, perché la sentiva come la propria città: un uomo semplice, che teneva all’onore della famiglia e al lavoro del padre Gaetano». A rivolgere un pensiero al conte Pietro è anche Carlo Zattera, ex segretario dei tessili della Uil di Vicenza oggi in pensione, che ricorda i momenti più caldi della protesta del 1968 quando visse la caduta della statua di Gaetano Marzotto Senior, a Valdagno, da operaio della Marzotto sceso in piazza («Personalme­nte la ritengo una cosa brutta») e che nel 1969 divenne delegato Uil al lanificio: «Pietro Marzotto entrò alla guida dell’azienda nel 1971. Lo ricordo bene, l’ho avuto come contropart­e ai tavoli per vent’anni - aggiunge Zattera - Devo dire sinceramen­te che, quando faceva dei programmi o progettava innovazion­i, l’interesse dei lavoratori non veniva mai messo all’ultimo posto. Aveva molto a cuore la vallata dell’Agno: era significat­ivo, non casuale il fatto che vivesse nel centro di Valdagno».

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