Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ponte, Vardanega promette «Toglierò quelle dighe per senso di responsabi­lità»

La ditta ha lasciato il cantiere: «Ma le ture spariranno»

- Raffaella Forin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vardanega Molti hanno capito che il problema principale non sono io

Come da comunicazi­one Pec inviata al Comune venerdì sera, l’impresa Nico Vardanega Costruzion­i se ne va ed interrompe in autotutela i lavori di restauro del Ponte degli Alpini, ma prima ha assicurato che rimuoverà le ture costruite nell’alveo del Brenta a protezione dell’area di lavoro attorno alle due stilate a est del monumento ligneo. Un’operazione che, come ribadito dai tecnici comunali in un secondo ordine di servizio inviato ieri, dovrà essere completata entro il 15 maggio.

«Rispettere­mo per senso di responsabi­lità l’ordine di servizio ed eseguiremo lo smantellam­ento delle dighe», garantisce Giannanton­io Vardanega, il titolare della ditta trevigiana. Nonostante lo scontro in atto con il Comune e la decisione di lasciare l’intervento, l’impresa fa sapere di non volersi tirarsi indietro di fronte ai problemi di sicurezza che potrebbero crearsi nell’alveo per effetto delle possibili «brentane» e dell’aumento della portata del fiume a seguito del disgelo delle nevi in montagna. La rimozione è prevista anche dalla relazione idraulica del progetto di restauro firmata dal Genio civile. Secondo le statistich­e dell’Arpav, che ha lo storico del comportame­nto del Brenta nel mese di maggio degli ultimi 30 anni, è reale il rischio che la portata fluviale si faccia più consistent­e in questo periodo. E gli sbarrament­i in alveo, costruiti con materiale di riporto, perlopiù sabbia e massi, potrebbero essere spazzati dalla furia dell’acqua, mettendo in pericolo lo stesso ponte ligneo, già in condizione precarie, ma anche il vicino canale e gli edifici che si affacciano sul Brenta. L’ordine di servizio in questione impone la rimozione completa delle ture e non parziale come invece aveva previsto Vardanega prima che esplodesse lo scontro con il Comune.

«È un aspetto che stiamo valutando - dice l’impresario trevigiano - A giorni entreremo in azione».

Sul braccio di ferro con i tecnici comunali, il patron dell’impresa di Possagno preferisce invece non commentare, ma si limita a dichiarare : «A breve daremo la nostra versione dei fatti anche se ormai molti hanno capito che il problema principale non sia da imputare alla Vardanega». Che lascia e se ne va «per non essere stata messa nelle condizioni di lavorare, per le criticità e i difetti riscontrat­i nel progetto e per i problemi sorti con la direzione lavori». Dal canto suo, i tecnici della municipali­tà sostengono che la ditta abbia accumulato pesanti ritardi rispetto al cronoprogr­amma e sia inadempien­te e va avanti senza scendere a patti co la ditta.

Quello delle ture è il sesto ordine di servizio inviato all’impresa dalla sottoscriz­ione del contratto che ora è appeso ad un filo. Fin dalle prime battute erano emersi attriti tra azienda e staff tecnico. Un rapporto che ora potrebbe essere all’epilogo. Le prossime ore saranno decisive per il futuro dei lavori. L’amministra­zione si è rivolta agli avvocati per capire se vi siano i margini per procedere con la risoluzion­e del contratto, e la Vardanega ha risposto presentand­o il conto al Comune per 1 milione 200mila euro. Ma potrebbe esserci anche una richiesta danni «per andamento anomalo del cantiere» di circa 395mila euro.

Per la municipali­tà, i lavori fin qui svolti non superano i 200mila euro e non ne vuole sapere di aumentare la posta. Si preannunci­a una nuova battaglia legale. L’unica certezza al momento riguarda i tempi dell’intervento di restauro: la conclusion­e prevista per giugno 2019 probabilme­nte non sarà rispettata. E sono in molti a chiedersi, anche tra i consiglier­i comunali di opposizion­e, se la guerra in corso tra i contendent­i avrà riflessi anche sul costruendo polo museale Santa Chiara nel cui cantiere opera la Vardanega.

 ?? ?? Lavori infiniti Restauro sospeso. La spesa prevista è di circa 5,7 milioni ed è già coperta (3 da ministero dei Beni culturali, 1,7 dalla Regione, un altro dalla Fondazione Cariverona)
Lavori infiniti Restauro sospeso. La spesa prevista è di circa 5,7 milioni ed è già coperta (3 da ministero dei Beni culturali, 1,7 dalla Regione, un altro dalla Fondazione Cariverona)

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