Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Medici (e non solo): lezioni anti-fake news
Tumori curati con le vitamine, vaccini rifiutati per evitare il rischio di malattie, dimagrimenti improvvisi e duraturi con bibitoni miracolosi. È quando si parla di salute che la capacità di inventare fake news sembra esprimersi al meglio generando nei pazienti un muro di diffidenza difficile, per i medici, da oltrepassare. Ed è proprio per superare questa divisione che l’Usl 6 Euganea ha organizzato una serie di incontri dal titolo «Fake news e sanità», dedicati a medici e operatori sanitari ma aperti a chiunque, per imparare a comunicare la Scienza e contrastare l’anti-cultura alimentata dal web. Il primo appuntamento, incentrato sulla carta stampata, si terrà giovedì prossimo al centro culturale San Gaetano: ospite d’onore, insieme al direttore generale dell’Usl 6 Domenico Scibetta, e al capo ufficio stampa Beppe Gioia, sarà il giornalista del Corriere Gian Antonio Stella che, nei suoi articoli, ampio spazio ha dedicato alle bufale. Il 25 maggio e il 7 giugno, poi, altri due appuntamenti, dedicati alle fake news nella tv e nel web. «Lo scopo di questa iniziativa – spiega Scibetta - è creare una palestra di corretta informazione rivolta agli operatori della sanità per allenare gli addetti ai lavori ad adottare modalità di comunicazione efficaci. In questo momento le istituzioni soffrono di una crisi di credibilità a causa di una deleteria controinformazione, aspetto riconducibile anche all’abitudine mutuata dai social che dà a tutti facoltà di parola». In ambito scientifico, però, la democrazia non è una buona cosa. «La comunicazione in sanità – continua Scibetta - deve essere condotta secondo dettami di sacralità. Obiettivo del ciclo di incontri è quindi riconoscere le dinamiche che stanno alla base della creazione e della diffusione delle false notizie, mettendo a fuoco le modalità di contrasto più efficaci». Il primo incontro si terrà proprio nel giorno in cui la Federazione nazionale degli Ordini dei medici tappezzerà 31 città italiane, tra cui Venezia, Vicenza e Rovigo, con manifesti che illustrano lapidi funerarie con epitaffi del tipo: «Ho curato il cancro con il bicarbonato», «Avevo acquistato sul web un farmaco miracoloso». Frasi che rimandano a casi di cronaca, come quello della padovana Eleonora Bottaro che nel 2016 morì di leucemia dopo aver rifiutato la chemio preferendo una cura a base di vitamina C e cortisone. «Chi produce fake news ma anche chi ne favorisce il diffondersi e non fa nulla per contrastarle – conclude Scibetta - danneggia l’intero sistema finendo per vanificarne parzialmente gli sforzi».