Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Una nuova libreria La sfida di Gaia alla crisi e alle mode

La titolare: «Scelta di cuore e di pancia, è la mia casa»

- di Paolo Coltro

Se non è un bollettino di guerra, poco ci manca. È in ogni caso l’elenco dei caduti: le librerie chiudono, quelle indipenden­ti più dei punti vendita delle catene commercial­i. I grandi discorsi sulla cultura del Paese si fermano davanti a porte sbarrate, serrande abbassate, giornali vecchi a coprire le vetrine. È un lutto che colpisce città grandi e piccole, negozi storici che se ne vanno assieme alla loro generazion­e di clienti, il rifugio di quartiere che cede il passo alla pizza d’asporto. Solo Venezia, simbolo delle città culturali ma con diaspora di residenti, ha perso 15 librerie in cinque anni. Ma chiudono anche a Mestre, un mese fa triste stop per l’antica «Morelli» di Dolo. Dal 2010 in tutt’Italia le librerie indipenden­ti sono passate da 1115 a 811, la diminuzion­e è del 27 per cento.

«E io ci provo lo stesso» ha deciso Gaia la libraia. In centro a Rovigo si sente un vagito in controtend­enza, una nuova nascita a due passi dal Duomo. Succede, di dare una buona notizia, in un panorama da 2 novembre. E se si cerca di provocare Gaia dicendo che Rovigo non sembra il centro del mondo del dinamismo, che insomma vendere libri lì sembra ancora più difficile, vi chiude la bocca con la risposta più semplice del mondo: «Io sono venuta qui per amore, e faccio anche tutto il resto per amore». Poi spiega ancora meglio, facendovi sentire un po’ stupidi e vittima di triti luoghi comuni: «Passi che Rovigo sembra più un paesotto che una città, ma qui la gente riempie le strade, cammina, va in bicicletta, non è schiava delle auto, si ferma, parla, ha relazioni. Insomma, vive».

Se si vive, è più facile comperare libri. Soprattutt­o se di librerie in città ormai ne è rimasta una sola, dopo la chiusura della Giunti. È la Mondadori, uno «store», più un supermerca­to che altro. Gaia Zanzottera è scappata da Milano dopo una laurea in psicologia, un primo lavoro («e dire che era a tempo indetermin­ato! Vendevo abiti da sposa») perché voleva farlo da sempre. Via, via, un taglio netto per cambiare stile di vita. «Bisogna seguire i propri sogni, meglio se lo fai prima di raggiunger­e una certa saggezza». E così va a finire sull’Appennino emiliano, a Vetto d’Enza, in mezzo alla natura, in una casetta al limitare del bosco: il suo compagno è Rendy, un maremmano-golden retrivier preso al canile, le volpi che scorrazzan­o di notte lo fanno impazzire. Va a finire che Gaia lavora in un negozio di cibo per animali, natura sì ma declinata così. Va a cominciare che c’è un compagno uomo, Stefano: decidono molte cose insieme, anche che Rendy ha una faccia da Franky. Ribattezza­to, dovrà convivere con il segugio Oliver di Stefano. Vanno a vivere tutti assieme in provincia di Rovigo.

«Ecco, è stato per amore»: mica solo Stefano, anche per i libri. «Ho una madre meraviglio­sa, fin da piccola mi ha cresciuta a pane e libri. E questo negozio è una scelta di cuore e di pancia. Mi verrebbe da dire che è casa mia, e invece voglio che sia la casa di tutti quelli che ci entreranno. Io aspetto le persone che vogliono sentire l’odore della carta, il profumo delle pagine, , che prendono in mano e sfogliano, che catturano le parole come un aperitivo».

Gaia con i calzoni macchiati di colore degli ultimi ritocchi nella frenesia della vigilia: in mezzo agli scatoloni c’è il tecnico del registrato­re di cassa, quello deve proprio funzionare. In via Badaloni 14 hanno montato l’insegna: libreria La Magnolia. Che cosa c’entra la magnolia? «È un albero che simboleggi­a forza e determinaz­ione, e qui ce ne sono volute dosi abbondanti».

Non è semplice inventare una libreria: troppo grande è rischioso, troppo piccola non ti consente un’offerta adeguata. Gaia ha trovato 80 metri quadrati, due stanze: quella più piccola, 20 metri, è tutta per l’editoria dedicata ai bambini. È il settore che «tira» di più, ma soprattutt­o Gaia li ama, i piccoli. Così Gaia comincia l’avventura: «In mezzo a tante serrande chiuse, la mia si apre. Qui è pieno di persone che abitano, che passano, i libri sono un richiamo».

La provincia germoglia: è successo lo stesso a Noale, a Maerne, alla Giudecca, perché le librerie indipenden­ti sono una scommessa, possono chiudere ma sono quasi il 40 per cento del mercato. Gaia, come farai a battere Amazon? «Con me stessa, senza megalomani­e. Io ascolto chi entra e respiriamo assieme il profumo dei libri». That’s amore, people.

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 ??  ?? Pagine da salvare Il quadro «Ritorna il ricordo» di Pierpaolo Rovero. Sotto, Gaia Zanzottera, titolare della libreria rodigina
Pagine da salvare Il quadro «Ritorna il ricordo» di Pierpaolo Rovero. Sotto, Gaia Zanzottera, titolare della libreria rodigina

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