Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Detenuto picchia il compagno di cella «Non mi ha portato il rispetto dovuto»

- B.C.

Tentato omicidio: questa VICENZA l’accusa di cui si potrebbe trovare a rispondere il detenuto siciliano che venerdì ha colpito con la gamba del tavolo il nuovo compagno di cella, un marocchino, provocando­gli la frattura al cranio, tanto da essere sottoposto d’urgenza a un delicato intervento. Tutto, a quanto pare, perché lo straniero – arrestato per sfruttamen­to del lavoro – non lo avrebbe salutato a dovere o comunque non gli avrebbe portato il rispetto dovuto essendo lui da più tempo dietro le sbarre, da una decina di anni. Così l’italiano avrebbe spezzato una delle gambe del tavolo di legno presente nella cella e l’avrebbe usata come arma contro Samid Abdelghani, 36 anni, colpendolo anche quando era crollato a terra, riducendol­o in gravissime condizioni. Una brutale aggression­e sfociata all’apice di una discussion­e, interrotta solo dall’intervento della polizia penitenzia­ria che ha faticato a bloccare il palermitan­o. Che è stato denunciato, essendo già in carcere e con una pena che finirà di scontare oltre il 2020. La prognosi per il marocchino portato d’urgenza in ospedale con serie fratture craniche non è ancora stata sciolta ma probabilme­nte sarà tale da contestare al siciliano l’accusa di tentato omicidio più che di lesioni. Una valutazion­e, questa, che spetterà al pm di turno Maria Elena Pinna a cui relazioner­anno gli agenti del San Pio X. Quanto al marocchino ieri avrebbe dovuto comparire davanti al giudice per rispondere di sfruttamen­to del lavoro. Era giovedì sera quando i carabinier­i di Sossano e Campiglia dei Berici con i colleghi dell’Ispettorat­o del Lavoro di Vicenza lo hanno fermato ad Orgiano alla guida di un furgone con sei connaziona­li clandestin­i che poi verranno denunciati per soggiorno illegale in Italia. Per l’accusa il 36enne li aveva contattati per proporre loro di lavorare in un allevament­o avicolo (ancora da individuar­e) pattuendo con loro 5 euro di compenso all’ora. Una miseria.

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