Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Inquinamento a Casale i candidati convinti: servono ancora analisi
Questione annosa, gli aspiranti sindaci con il comitato
Le posizioni sono in parte diverse, le sfumature e gli accenti contraddistinguono le diverse tesi politiche ma una linea in comune, i principali candidati sindaco, ce l’hanno: «Pronti ad agire anche senza l’ordine della procura». I tre principali concorrenti in corsa per il ruolo di primo cittadino alle prossime elezioni amministrative del 10 giugno prendono di petto la vicenda che ruota attorno all’Oasi di Casale, ovvero quella del presunto sversamento di sostanze inquinanti denunciato - ormai da quasi 40 anni - dal comitato di residenti. In realtà il sospetto inquinamento sarebbe avvenuto solo su una porzione di terreno di 5 ettari, passata di mano proprio nei mesi scorsi da un’azienda privata al Comune e parte integrante dell’area naturalistica a sud di Vicenza.
Da una parte ci sono i residenti capeggiati da Giuseppe Romio, che chiedono scavi e analisi sul terreno oltre a quanto già effettuato negli anni ‘80 - e che portarono azienda sanitaria e Arpav a escludere la presenza di sostanze inquinanti nel terreno - ma dall’altra c’è il Comune, che rifiuta di fare qualsiasi ulteriore azione invasiva sull’area. Nel mezzo c’è un sopralluogo dei carabinieri del Noe (Nucleo ecologico operativo), che si è tradotto in un relazione in cui sottolineano «anomalie» nel terreno tali da richiedere operazioni di scavo e che attendono solo il nullaosta da parte della procura, dove per ora la vicenda è al centro di un fascicolo conoscitivo affidato al pubblico ministero Barbara De Munari.
Il tema (assieme ad altre questioni) sarà all’ordine del giorno del confronto fra i candidati sindaco organizzato dallo stesso comitato e in programma il 23 maggio prossimo, al Viest hotel, ma nel frattempo i principali attori della campagna elettorale prendono posizione.
La posizione più dura arriva dal Movimento Cinque Stelle, che da tempo si batte a fianco del comitato dei residenti per effettuare tutte le analisi richieste: «Bisogna andare fino in fondo a questa vicenda e fare chiarezza una volta per tutte - dichiara il candidato pentastellato, Francesco Di Bartolo -. Da sindaco ordinerei immediatamente nuovi scavi, ma come movimento pensiamo anche di coinvolgere sul tema la commissione Ambiente del parlamento, non appena sarà insediata». Anche il centrodestra guarda a nuove analisi in quella porzione di terreno: «Da anni - osserva Francesco Rucco (Lega, Forza Italia, FdI, Noi con l’Italia-Udc e 3 civiche) - condividiamo la battaglia sulla necessità di approfondire l’eventuale presenza di inquinanti nell’area. Speriamo la procura faccia chiarezza quanto prima, ma se sarò sindaco avvierò gli scavi richiesti senza attendere il pronunciamento dei magistrati». Infine meno dura, ma non molto diversa, la linea del candidato di centrosinistra Otello Dalla Rosa (Partito Democratico e 4 civiche): «Ci sono vecchie indagini - afferma – secondo cui l’inquinamento non ci sarebbe. Per cui prima di richiedere nuovi scavi vorrei valutare bene interfacciandomi con Arpav e carabinieri per capire in che situazione siamo. Nel momento in cui emergesse in modo solido e scientifico la necessità di approfondire, non esiterei un minuto, anche senza attendere l’eventuale richiesta della procura».
23 maggio Il comitato di Casale ha organizzato un confronto fra candidati su Vicenza est