Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Esplode un’autobomba, tre morti esercitazione anti terrorismo Usa-Italia Alla Del Din si simula un attentato e si prova il coordinamento tra forze dell’ordine. La squadra del Suem contattata dal ministero
Ore 10, un’autobomba esplode all’ingresso della caserma americana Del Din, in viale Ferrarin a Vicenza. Intervengono i nuclei speciali dei carabinieri, il bilancio finale è di 3 morti e 4 feriti. Per fortuna quella di ieri è stata solo un’esercitazione: il «Lion Response 2018», test annuale anti-terrorismo. Fra gli operatori presenti, coordinati dalla prefettura, anche il nucleo speciale Niss del Suem 118 di Vicenza: esperienza tutta vicentina che, a breve, potrebbe diventare un modello nazionale.
Nell’esercitazione, organizzata dagli uomini del comandante della guarnigione Erik Berdy, gli attacchi sono stati due: oltre all’esplosione dell’abitacolo di una Volkswagen alla guardiola di viale Ferrarin, all’interno della base in contemporanea è andato in scena un altro blitz. Le (finte) azioni terroristiche hanno lasciato sul terreno tre cadaveri, due feriti gravi – molto realistici, con pozze di sangue e vestiti stracciati, ustioni e traumi cerebrali – e due meno gravi. Un’altra auto-bomba è stata abbandonata da un terrorista pochi metri prima dell’ingresso. A disinnescare l’ordigno ci ha pensato un robottino «artificiere» dei carabinieri, intervenuti sia con il personale della Setaf – che nella base è guidata dal colonnello Umberto D’Andria – che con l’aliquota Api, da Padova, specializzata in interventi anti-terrorismo. Con l’area messa in sicurezza sono arrivate a sirene spiegate anche le ambulanze del Suem 118 di Vicenza. Gli operatori sanitari coordinati dal primario Federico Politi hanno posto i feriti in speciali sacchi, adatti proprio a queste emergenze, per poi portarli alla massima velocità fuori dall’area «rossa», quella vicina alle esplosioni e agli attacchi, e prestare le cure del caso. Il nucleo Niss del Suem vicentino potrebbe, a breve, diventare un esempio per tutta Italia: «Attualmente esistono due nuclei come questo, a Vicenza e a Mestre – spiega Politi – abbiamo 60 operatori formati ad intervenire seguendo le procedure specifiche di casi come questi, ma anche in emergenze chimiche e batteriologiche». I paramedici del Niss hanno un’attrezzatura speciale, che per gli attacchi terroristici come quello di ieri comprende un giubbotto antiproiettile. «C’è un dialogo ormai molto avanzato con il ministero della Salute per formare nuclei analoghi al Niss anche nelle altre 120 centrali operative italiane – conclude il primario – realizzeremo un corso nazionale per i “formatori”, che a loro volta istruiranno i loro sottoposti».
Politi (Suem) «Il ministero mira a formare nuclei analoghi al Niss in tutte le centrali operative» Test annuale «Lions response 2018» è organizzata dal comando americano e italiano