Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Show di Viviani il re è un veneto Oltre centomila sulle strade

Viviani, gioia e rabbia: vince e sbatte via la bici. Ai nostri corridori anche i traguardi volanti tra centomila appassiona­ti in festa

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Andrea Pistore

NERVESA DELLA BATTAGLIA In Veneto comandano i veneti. All’arrivo del Giro a Nervesa della Battaglia ha vinto (ancora una volta) il ciclista veronese Elia Viviani che si conferma re assoluto delle volate. Ad altri due veneti i traguardi volanti lungo una tappa che ha accolto sulle strade almeno centomila appassiona­ti. Oggi primi verdetti sullo Zoncolan, domani la corsa rosa arriva a Sappada.

NERVESA DELLA BATTAGLIA Veneto terra di ciclismo, di passione, di calore. Terra che incorona uno dei suoi figli sovrano assoluto della velocità sulle due ruote. Veneto capace di accogliere centomila tifosi sulle strade del Giro in una sola tappa per applaudire Elia Viviani che tra la sua gente si è ripreso lo scettro centrando il terzo successo in questa edizione della corsa.

Ieri la Marca si è tirata a festa fino a Nervesa della Battaglia, arrivo inedito e tributo doveroso ai cento anni dal termine della prima guerra mondiale. Il piccolo centro insignito della medaglia d’oro al merito civile è stato teatro nella Grande Guerra di scontri sanguinosi, distrutto e sfollato. Sul Montello, i ciclisti sono passati non lontano dal luogo dove venne abbattuto l’aereo di Francesco Baracca, eroe dell’aviazione militare italiana. E a Nervesa è rinato Viviani: stroncato dalla critica dopo la debacle di Imola, ha risposto da campione: «Con la squadra giovedì sera abbiamo bevuto una birra per scacciare la sfortuna», ha confidato il vincitore dopo il traguardo, gettando a terra la bici per scaricare la tensione. «L’esultanza? Ci vuole calma, abbiamo vissuto momenti difficili e questa è la risposta migliore. Sentire per due giorni “dov’è finito Elia?” fa male. Ero arrabbiato, mi sentivo svuotato e ho reagito. Ci prendiamo sempre tante responsabi­lità, questo è un altro mattoncino verso la conquista della maglia ciclamino. Quando le cose vanno male si pensa al peggio. I tifosi? Splendidi, mi hanno aiutato».

E adesso le grandi montagne per difendere il primato della classifica a punti: «Quando siamo passati da Treviso ho riconosciu­to le strade che percorrevo da giovane. Sul Montello mi sentivo a casa. Siamo passati davanti alla famiglia Pinarello, splendidi ricordi. Ora arrivano le salite, tanta fatica ci aspetta». Resta ancora a bocca asciutta Sacha Modolo, il trevigiano che ha tentato di anticipare tutti sul rettilineo finale: «Elia in questo momento è più forte. Ci ho provato, va bene così, ancora non è finita». Anche Marco Coledan da Motta di Livenza ha azzardato il colpo da finisseur negli ultimi chilometri: «Sono soddisfatt­o spiega - davanti ai miei tifosi era doveroso tentare il numero: questa è la cosa più importante». Il colore predominan­te per tutta la giornata è stato quel rosa che significa «Giro», corsa in grado di unire l’Italia dalla Sicilia alla Valle D’Aosta. Il tifo lungo i chilometri di asfalto percorsi da inesauribi­li motorini umani ha confermato la tradizione delle due ruote in questa regione, dove aziende del settore sono diventate leader mondiali e la gente è cresciuta a pane e ciclismo. Poco importa se la tappa era di quelle facili: un trasferime­nto in vista delle grandi salite, che da oggi con lo Zoncolan sanciranno i primi verdetti per il Giro numero 101.

A Nervesa doveva essere volata e volata è stata. Viviani ora tenterà di portare la maglia ciclamino della classifica a punti fino a Roma. La frazione è stata caratteriz­zata da una lunga fuga a cinque con il padovano Marcato mattatore sul traguardo volante di Piove di Sacco e il conegliane­se Vendrame che ha fatto sua la salita del Montello conquistan­do il gran premio della montagna di quarta categoria. La giornata era iniziata presto in tutti i comuni attraversa­ti dalla carovana rosa. Migliaia di volontari hanno colorato ogni scorcio di balconi, rotonde, vetrine e fabbriche con fiocchi, palloncini e bandiere. Tutto serve per farsi belli. «Siamo una piccola comunità qui a Nervesa spiega la signora Gina mentre guarda ammirata il villaggio di arrivo - mio marito oggi è sul Montello, io ho preferito gustarmi questa allegra città itinerante all’arrivo». Proprio sulla salita dei Santi Angeli si sono sistemati i supporters più calorosi. In altri sport sarebbero definiti «ultras», nel ciclismo sono fratelli di tifo. Striscioni se ne contavano a bizzeffe per tutti i corridori locali: Bertazzo, Coledan, Marcato, Viviani, Modolo, Turrin, Battaglin, ogni veneto ha il proprio manipolo di appassiona­li. «Il Montello è una salitina - dice Sergio, panino in una mano e birra nell’altra, alla griglia con gli amici dal mattino - ma a noi poco importa. Domani (oggi ndr) andiamo sullo Zoncolan, partiamo presto. Oggi è un trasferime­nto, ci rilassiamo».

Poco più avanti c’è un gruppo di tifosi tedeschi che fa amicizia con tutti: «Stiamo tre giorni in Italia, domenica visiteremo Sappada, uniamo la passione per le due ruote al turismo». Qualcuno espone la bandiera di San Marco, qualcuno il tricolore, qualcuno l’immancabil­e drappo col pirata a ricordare Marco Pantani: «Due anni fa ero alla forcella Mostaccin, quest’anno ci è toccata una tappa di pianura, ma poco importa. Conta l’atmosfera», spiega Irene avvolta nel suo drappo col Leone. A Nervesa i bambini delle scuole sono i più eccitati. Guardano i campioni sfilare, cercano autografi. E qualcuno sogna un giorno di essere dall’altra parte delle transenne, lì. In corsa con i campioni.

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 ??  ?? Il tris Elia Viviani sul podio di Nervesa: il veronese fa il gesto del «tre» come le tappe vinte al Giro
Il tris Elia Viviani sul podio di Nervesa: il veronese fa il gesto del «tre» come le tappe vinte al Giro

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