Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fanesi: dal coma al daspo di sei anni

Divieto notificato al tifoso marchigian­o ridotto in fin di vita dopo una partita

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo 117 giorni di ricovero in ospedale a Vicenza, con ancora insistenti domande purtroppo senza risposta su chi lo abbia ridotto in fin di vita dopo l’incontro della sua squadra del cuore, la Sambenedet­tese, in trasferta al Menti, ecco che il marchigian­o Luca Fanesi si è visto notificare il divieto di stare lontano dagli stadi. Quello che già gli era stato annunciato, assieme ad altri 27 supporter della Samb. Ma la sorpresa, per il 44enne, è grande: sei anni di daspo.

VICENZA

Il fratello Siamo senza parole, Luca non è indagato La battaglia continua

Dopo 117 giorni di ricovero in ospedale nella città berica, con ancora insistenti domande purtroppo senza risposta su chi lo abbia ridotto in fin di vita dopo il match della sua squadra, la Sambenedet­tese in trasferta allo stadio «Menti», ecco che il marchigian­o Luca Fanesi si è visto notificare il divieto di stare lontano dagli stadi. Il provvedime­nto gli era già stato annunciato e ha interessat­o anche altri 27 supporter della Samb con cui Fanesi si trovava il 5 novembre scorso, arrivati a contatto con la tifoseria vicentina dopo il match.

Ma la sorpresa, per il 44enne rimasto ferito in modo grave fuori dal «Menti», finito forse contro una cancellata o manganella­to dalla polizia come riporta il referto del Suem, è stata la durata: sei anni di Daspo, con partite della Samb e non solo viste solo alla tv. E per i primi cinque anni dovrà anche presentars­i negli uffici della polizia a firmare in occasione di tutte le partite, già a partire dalla prossima in calendario (la Sambenedet­tese è impegnata nei playoff di Serie C per tentare la scala alla B).

Da uno a otto anni invece la durata degli altri Daspo (anche con la prescrizio­ne dell’obbligo di firma) emessi sempre dal questore di Vicenza, Giuseppe Petronzi: a riceverli, in questi giorni, da parte della Questura di Ascoli, 27 tifosi della Samb, diciotto dei quali risultano indagati per gli scontri con i supporter biancoross­i, pure per l’accensione di fumogeni.

«Mio fratello, che non è indagato, aveva già aveva preso male il fatto di dover ricevere un Daspo, incapace di capirne le ragioni — fa sapere Max Fanesi — Ora è ancora più sorpreso e deluso dai tanti anni di durata del divieto, sei in tutto, cinque dei quali con obbligo di firma, il che significa metterlo ancora di più in difficoltà visto che non è pienamente autonomo» continua il parente.

Che parla di «provvedime­nto punitivo». E aggiunge: «Luca aveva già avuto un Daspo di tre anni, a cui era seguita una sentenza di assoluzion­e per non aver commesso il fatto, ma per la giustizia italiana, per la quale mio fratello è incensurat­o, è comunque un precedente e per quanto si partisse da un minimo di cinque anni per il nuovo provvedime­nto, gli anni totali sono sei». Così il fratello di Fanesi che ha anche pubblicato sui social il verbale di notifica della Questura, commentand­o «senza parole, la battaglia continua».

Determinat­o con i familiari a chiarire quanto accaduto al fratello fuori dal «Menti», convinto che non si sia ferito da solo, fiducioso che la Procura — che ha aperto un’inchiesta e ora, alla scadenza dei sei mesi, ha prorogato le indagini — arrivi ad indagare i responsabi­li.

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Nerl mirino Luca Fanesi con la moglie

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