Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Amante licenziata ricatta il capo: paga o parlo

Segretaria trevigiana ai domiciliar­i: pretendeva 150mila euro per non svelare la relazione clandestin­a

- Andrea Pistore Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bella e ambiziosa, tradita dalla sete di riscatto per un licenziame­nto che riteneva ingiusto. Sara Andretta, 42 anni, di Loria, Treviso, è stata arrestata per estorsione. Dopo una relazione con l’ex datore di lavoro, il titolare vicentino di un’impresa a Cittadella, ha minacciato di raccontare tutto alla moglie se lui non le avesse consegnato 150 mila euro. Dopo qualche tentativo di trattare, l’uomo è andato dai carabinier­i di Cittadella a raccontare le minacce, e mercoledì i militari hanno incastrato la d o n n a p r o p r i o ment r e s i metteva in tasca una prima tranche di pagamento da 20 mila euro.

Quella dell’ex amante, organizzat­a con i carabinier­i, è stata una vera e propria imboscata. Ora Andretta è ai domiciliar­i nella sua casa di Loria ma la vicenda inizia alla fine del 2017, quando la donna viene assunta nell’azienda di Cittadella e, quasi subito, avvia una relazione col capo. Non è chiaro se sia amore vero o un piano preordinat­o, certo è che a metà primavera Andretta v i ene l i cenziata. Senza lavoro e su tutte le furie, inizia a usare la relazione per provare a guadagnarc­i qualcosa. «Se non mi dai i soldi racconto tutto a tua moglie» inizia a dire all’uomo, 55 anni, benestante.

Per far capire all’altro che fa sul serio manda messaggini, telefona. Non sa che lui ha già avvisato i carabinier­i, che le tengono il telefono sotto controllo. Alla moglie dell’imprendito­re arrivano lettere anonime in cui si accenna alla relazione clandestin­a del marito. La situazione si scalda e l’uomo teme che la ra- gazza faccia sul serio, che non sia uno sfogo temporaneo. A quel punto prende accordi con lei. I 150mila euro sono troppi, non li ha, ma può consegnarl­e una tranche da 20 mila: lei accetta. I due si accordano per il «passaggio» in un bar di Cittadella. I carabinier­i, coordinati dal pm Sergio Dini, fotocopian­o i soldi per avere la prova certa d e l l o s c a mbio d i d e n a r o . Mercoledì pomeriggio lui mette le buste sul tavolo. Lei le prende e se ne va, ma fuori dal bar la aspettano i carabinier­i. Le contestano l’estorsione: prova a giustifica­rsi, ma non le credono. È incensurat­a, mai un reato prima di mercoledì: il giudice dispone la custodia cautelare in casa.

Le forze dell’ordine raccontano di una persona dotata di charme, che da tempo frequenta il mondo dell’imprendito­ria. Si era presentata come una procacciat­rice d’affari in grado di coinvolger­e gli imprendito­ri in viaggi e vacanze definite «all inclusi- ve», per i quali si faceva ben retribuire. Ora i carabinier­i continuera­nno le indagini. Il timore è che possano esserci altre vittime di Andretta, tanto che i militari stanno approfonde­ndo gli ultimi anni lavorativi della donna per capire se qualche altro uomo sia finito in trappola. Lo scorso agosto un altro imprendito­re 50enne dell’Alta era stato ricattato dall’amante. La donna aveva prima chiesto soldi per comprare un appartamen­to in Albania, poi, interrotta la relazione, ha continuato a volere denaro minacciand­o di raccontare tutto a l l a mogli e . I n quat t ro anni di ricatti, la 29enne era r i us c i t a a e s to r c e r e q ua s i 34mila euro. La trappola dei carabinier­i, in quel caso, era scattata alla stazione di Padova: incontro per lo scambio concluso con l’arresto della ragazza e del nuovo compagno.

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