Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Operaio avvelenato dall’azoto Tre indagati per omicidio colposo

La tragedia a Lonigo: già sequestrat­o il macchinari­o, oggi ci sarà l’autopsia

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono tre gli indagati LONIGO per la morte dell’operaio veronese Andrea Galiotto, trovato senza vita venerdì pomeriggio, in uno dei reparti della Fis, Fabbrica Italiana Sintetici, nello stabilimen­to di Almisano di Lonigo, si ipotizza avvelenato dall’azoto respirato per errore al posto dell’ossigeno.

Il pm di turno di Vicenza, Luigi Salvadori, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ieri ha fatto appunto recapitare avvisi di garanzia a tre persone. A quanto è dato sapere sarebbero amministra­tori dell’azienda leader mondiale nella fornitura di principi attivi in campo farmaceuti­co e responsabi­li della sicurezza. Un atto dovuto per permettere loro di partecipar­e all’esame irripetibi­le che è l’autopsia nominando un proprio consulenze.

Autopsia che è in programma per oggi: da questa si attendono le risposte su una disgrazia che ha dell’incredibil­e, soprattutt­o perché il 36enne nato ad Arzignano e residente a San Giovanni Ilarione era profession­almente preparato stando ai colleghi (i dipendenti dello stabilimen­to di via Dovigo sono quasi trecento). Come sia stato possibile che l’operaio abbia respirato azoto anziché ossigeno dalla maschera di protezione a disposizio­ne durante il turno, all’interno della camera di essicazion­e, starà a carabinier­i e tecnici dello Spisal intervenut­i venerdì sul posto a chiarirlo. Quello dell’azoto e dell’ossigeno sono comunque due impianti distinti e per gli addetti ai lavori sarebbe difficile confonders­i visto che l’attacco dell’azoto è diverso per struttura e dimensione. E non a caso la procura ha fatto sequestrar­e i bocchetton­i dell’azoto, per valutare se ci possa essere stata qualche anomalia, qualche inversione. Che potrebbe escludere l’errore fatale. Da spiegare anche come mai Galiotto fosse solo durante le operazioni di inalazione. Tutti aspetti che dovranno essere chiariti, per dare un senso alla disgrazia. Già oggi, ultimata l’autopsia, si potrebbero avere le prime risposte sul decesso dell’operaio, a conferma o meno di un avvelename­nto da azoto, e in che concentraz­ioni. L’uomo, uno sportivo, sarebbe stato stroncato in pochissimo, senza alcuna possibilit­à che il suo cuore tornasse a battere.

I colleghi che avevano trovato il 36enne riverso a terra avevano subito allertato la squadra di pronto soccorso dell’azienda che era intervenut­a per rianimarlo, e in seguito i paramedici del Suem 118. Ma purtroppo le manovre, durate più di quaranta minuti, erano risultate vane: Galiotto era stato dichiarato morto, per la disperazio­ne dei colleghi e dei parenti che avevano raggiunto il posto di lavoro. Dove fino a ieri la dirigenza aziendale aveva sospeso i turni, in segno di lutto e vicinanza alla famiglia del veronese. Una scia che non si arresta quella dei morti sul lavoro, di cui purtroppo il Veneto vanta un triste primato. E ancora una volta i sindacati tornano a chiedere più sicurezza, attenzione e prevenzion­e.

 ??  ?? Una vittima Alla Fis di Lonigo un operaio è morto respirando azoto
Una vittima Alla Fis di Lonigo un operaio è morto respirando azoto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy