Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Tanti errori E ora rischiamo la Grecia»
Il sindaco di Venezia: il centrodestra resta credibile
Se continuiamo così, a perdere credibilità internazionale, il rischio Grecia è dietro l’angolo, non è una cosa impossibile, anche perché in campagna elettorale ci saranno liti». Così il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
«Forse ci vorrebbe un VENEZIA po’ di tempo per rifare la legge elettorale», dice il sindaco (di Venezia)-imprenditore Luigi Brugnaro.
Con che governo? «Io avrei dato il mandato a Salvini, non a Cottarelli — dice — per dimostrare che non c’era nessuna intenzione di cambiare il risultato elettorale. E se fossi stato Mattarella avrei chiesto l’aiuto di tutti per far partire un esecutivo di minoranza che avesse il compito di rifare la legge elettorale e affrontare gli appuntamenti internazionali, che sono importantissimi». Sindaco, se l’aspettava un finale così dopo 83 giorni?
«Io non sono mai stato così ottimista anche perché andava fatta una gestione diversa. Doveva essere dato per cominciare un affidamento d’incarico, secondo me a Salvini perché la colazione aveva preso più voti. A quel punto si doveva fare il contratto, non prima, perché come abbiamo visto il candidato presidente sarebbe stato solo un notaio.
E’ bastato cambiare una virgola ed è cascato tutto». Per la presenza di Savona.
«Era sufficiente inserire un altro nome, magari Giorgetti, Savona diventava consulente e non sarebbe cambiato nulla. Così è come buttare la palla in tribuna, ma ci vuole rispetto anche per gli italiani che hanno aspettato ottanta giorni».
Il presidente della Repubblica si è comportato correttamente secondo lei?
«Io non giudico mai il presidente della Repubblica, non si può demolire, è come un professore, anche se attacca tuo figlio, per definizione ha sempre ragione. Forse la cosa poteva essere gestita in maniera diversa. ma non si può in nessun modo mettere in dubbio la buona fede e l’istituzione del Presidente perché verrebbero indebolite le garanzie costituzionali di tutti».
Da sindaco, ma anche da imprenditore, l’aspetto finanziario era determinate così come è stato? «La finanza è un metodo avanzato per gestire la ricchezza di tutti, siamo in un modo globalizzato dove non si può voler scendere dalla giostra, ti puoi fare anche male. Io penso che lo spread così alto sia preoccupante per tutti, per le imprese, per le famiglie, per le persone. Francamente se continuiamo così, anche a perdere credibilità internazionale, il rischio Grecia è dietro l’angolo, non è una cosa impossibile, anche perché nella campagna elettorale ci saranno ancora accuse e controaccuse, cosa resterà del nostro povero Paese? Chissà magari ci saranno delle riorganizzazioni in futuro...». A cosa sta pensando?
«A partito del lavoro ad esempio, e lì emergerà la differenza tra chi vuole costruire in modo coraggioso e chi invece scommette sulla sconfitta del Paese». (Brugnaro a giugno parteciperà ad un confronto con i rappresentanti di Em marche e Ciudadanos,
. Come vivono i sindaci l’assenza del governo? «I sindaci sono gli unici
punti di riferimento democraticamente eletti, dei cittadini. Se la crisi peggiorerà ci troveremo con situazioni rovinose sulle spalle».
Brugnaro vuole rimanere sindaco di Venezia o in questa situazione ha altre mire?
«Quando avrò finito di fare il sindaco, se mi rieleggeranno bene, altrimenti tornerò a casa. A me, sia chiaro, piace la politica ma non voglio nessuna carica, non mi entusiasmano. Mi sono candidato sindaco solo perché c’era un momento di emergenza...».
Pensa che i toni di queste ore siano troppo alti?
«Ci stiamo avvicinando all’estate, dobbiamo trasmettere ai turisti la certezza che l’Italia è un paese tranquillo che discute dentro l’alveo di serenità. Usiamo le parole con grande equilibrio e i cittadini stiano attenti a chi le usa come pietre». Lei sta ancora con il centrodestra? «Io penso che in questo momento sia ancora l’alleanza più credibile». Lega e Cinque stelle assieme non li vede? «Se vogliono presentarsi insieme con il loro contratto di governo, saranno poi gli elettori a trarre le loro valutazioni. Io non ero spaventato dal loro governo, da un certo punto di vista ero anche incuriosito, ma ci sono delle prerogative costituzionali e trattati europei. La partita era talmente grossa che io non avrei fatto saltare tutto per un nome. Poi da qui a buttarla in cagnara... A chi si riferisce, a Salvini? «No, la sua arrabbiatura ci può anche stare. Mi sembra invece che sia stato Luigi Di Maio ad aver usato le parole più feroci, forse perché per lui questo treno non passa più».
Brugnaro Io non attacco mai il presidente per definizione ha sempre ragione