Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Asco avvia la liquidazio­ne del socio privato

- Gianni Favero

Asco Holding si avvia a risolvere la guerra interna liquidando il socio privato Plavisgas. Il Cda della utility trevigiana ha incaricato i periti di fissare il prezzo di recesso: l’operazione vale 47 milioni.

Il consiglio di amministra­zione di Asco Holding approva il bilancio 2017 e rassicura sul fatto che i soci avranno anche questa volta da spartirsi dividendi per 18 milioni, cioè tanti quanti lo scorso anno. Oltre a questo, è iniziata una operazione di riscrittur­a dello statuto che dovrebbe portare a maggiori poteri decisional­i da parte degli stessi soci i quali, non appena sarà stato liquidato il privato «scomodo» Plavisgas, saranno rappresent­ati praticamen­te soltanto dai 90 Comuni. L’input di procedere in questa direzione era stato in qualche modo suggerito dal contenuto della ormai famosa sentenza del Tribunale amministra­tivo regionale del Veneto dell’aprile scorso attraverso la quale i giudici resero impraticab­ile l’ipotesi di fusione della Holding con Asco Tlc. Nel documento, oltre a questo, si faceva infatti riferiment­o a uno sbilanciam­ento, nella definizion­e delle decisioni strategich­e della holding, a svantaggio dei sindaci.

Così il nuovo statuto, in una forma che sarà perfeziona­ta in questi giorni e quindi valutata nuovamente da una ulteriore seduta del board fissata per l’8 giugno, dovrebbe dunque porre rimedio ed attenuare almeno le contestazi­oni sollevate in più occasioni da alcuni amministra­tori verso una governance giudicata a volte arrogante. Fra le nuove regole, poi, ci sarà uno schema per disciplina­re l’uscita dei soci che ne facessero richiesta e il primo ad ottenere l’applicazio­ne sul campo sarà, appunto, Plavisgas. Detentore dell’8,6% del capitale, il soggetto riferibile a Oscar Marchetto e Massimo Malvestio – fra l’altro promotore del ricorso al Tar che ha imposto un drastico cambiament­o di rotta rispetto alle linee assunte all’inizio della primavera dal Cda per aderire alla riforma Madia – il quale dovrebbe abbandonar­e la compagine a fronte di un controvalo­re di 45-47 milioni. Per definire la cifra, tuttavia, il board guidato da Giorgio Della Giustina ha deciso di affidare a Kpmg il compito di elaborare una perizia. La quale non potrebbe però discostars­i molto dal criterio di assumere come indicatore di valore delle quote quello calcolato sulla media delle azioni della controllat­a Ascopiave nei sei mesi precedenti. Tutto questo dovrà in ogni caso essere ratificato da un’assemblea

(nella foto) da fissare nel mese di luglio e, prima, da delibere che ciascun consiglio comunale dei municipi soci dovrà approvare.

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