Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Tessitori di voce», i libri recitati al San Bortolo
«Dobbiamo disimparare il dottorese e imparare l’umanese. Questa iniziativa è un chiaro esempio di come possano essere unite l’alta specializzazione medica con la qualità delle cure». Claudio Ronco, direttore della Nefrologia del San Bortolo, non ha avuto dubbi nel giudicare più che positivamente il progetto «Tessitori di Voce», presentato ieri dal direttore dell’Usl 8 Berica, Giovanni Pavesi. Un impegno rinnovato e sottoscritto con la Fondazione Zoè, presente il segretario generale Mariapaola Biasi e il Centro di produzione teatrale «La Piccionaia», con il direttore artistico Carlo Presotto, ideatore e coordinatore nazionale di questa iniziativa che porta le voci narranti nei reparti ospedalieri e nelle Ipab. Nel caso del San Bortolo una sessantina di volontari, formati da Matteo Balbo. «Con risultati - come ha sottolineato Gianettore Bertagnoni, direttore del reparto Recupero e riabilitazione- che probabilmente superano le aspettative di chi ha ideato il progetto. Per pazienti come i nostri, vittime di traumi cerebrali, questi momenti sono quasi terapeutici». Ad attestare la bontà del progetto è Massimo Bellettato, direttore di Pediatria, il primo a testare questa iniziativa, sin dal 2012: «Volevamo portare normalità in un ambiente ospedaliero che per i bambini è tutt’altro che normale, ma anche i familiari si fermano ad ascoltare e a respirare un po’ di serenità».