Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Lupi all’assalto Uno sportello per gli allevatori
Non potendo fermare la fame dei lupi che attaccano gli animali al pascolo, la Regione aprirà ad Asiago uno sportello dedicato agli allevatori, allo scopo di gestire rapidamente le pratiche di indennizzo.
Anche quest’anno San Bernardo è venuto con un po’ di anticipo: alla data di riferimento per la transumanza, il 15 di giugno, molti allevatori hanno preferito la prima settimana del mese. Le condizioni meteorologiche lo hanno consentito, nonostante non siano mai mancati i temporali.
A breve si farà la conta: quante saranno i capi portati in alpeggio? In Lessinia, da diversi anni, si denuncia un calo. Il fenomeno ha un nome, anzi due. Quello di Slav, il capobranco e di Giulietta, la femmina alfa. Per gli allevatori di quello che è uno dei più grandi pascoli a cielo aperto del Veneto il 2018 è, inevitabilmente, l’anno sei dell’era del lupo.
Nella montagna veronese, che è stata l’incubatrice, a livello regionale, del fenomeno, si sono contate nel corso del 2017, 91 attacchi alle greggi. In totale sono stati uccisi 134 animali: in 111 casi si ha la certezza siano stati i lupi. Nei mesi clou, quelli di luglio agosto, si contano anche a uno o due episodi al giorno.
I problemi sono anche burocratici: i rimborsi, garantiti dalla legge, arrivano sempre con qualche ritardo e non leniscono la sensazione di precarietà. Così il lupo è diventato l’argomento principale in quelli che un tempo erano noti come i comuni Cimbri, al centro di manifestazioni eclatanti, come la fiera del bestiame, andata deserta (con i rimorchi arrivati vuoti) la scorsa estate. Se gli allevatori (e i politici locali) sono tutti d’accordo nel considerare il lupo una minaccia, molte associazioni ambientaliste hanno difeso la presenza del predatore. Su posizioni simili c’era anche la Regione, che in passato ha sostenuto vigorosamente il progetto Wolfalps, ora giunto a conclusione, che cercava di trovare un compromesso tra le esigenze dei «rurali» e la protezione della specie.
Risultato? Sono arrivati i cani e i recinti, guardati con sospetto in zone abituate al pascolo libero. Ma per i critici ciò non ha fatto diminuire le predazioni. Il branco di Slavc e Giulietta si è riprodotto a ritmi da Eden: una cucciolata quasi ogni anno, almeno sette - otto cuccioli per parto. E sono stati probabilmente i loro discendenti ad aver colonizzato, passando prima per le vallate vicentine, l’Altopiano di Asiago, quindi il Bellunese.
Ed è stato allora (e solo allora, non mancano di far notare con una certa amarezza gli allevatori veronesi) che la Regione ha cominciato, gradualmente, a cambiare idea e a parlare di necessità, di contenere il fenomeno, ricorrendo a trasferimenti e, in casi estremi ad abbattimenti. Ma per il ministero dell’Ambiente e per l’Ispra, l’istituto di protezione, la popolazione (qualche decina, non più di una trentina di esemplari) del Veneto è troppo bassa per far intervenire le doppiette. La palla passerà necessariamente, forse già nei prossimi mesi, al nuovo governo. Perché pressioni analoghe arrivano anche da altre regioni, su tutte la Toscana. Nel frattempo, è di nuovo il turno dei compromessi. A fine settimana, la giunta regionale approverà l’apertura di un nuovo sportello ad Asiago. Ci sarà un funzionario (un ex agente della polizia provinciale, Emanuele Pernechele) che riceverà tre giorni alla settimana. Lo scopo è quello di rispondere in tempi brevi, assicurando, soprattutto che non ci siano inceppi nella gestione degli indennizzi.
Qualcosa del genere, senza passare per Venezia, l’ha fatto, esattamente una settimana fa la provincia di Verona, accordandosi con il Parco della Lessinia. L’unica certezza è che, per quest’anno, non cambierà nulla almeno per quanto riguarda le norme e la presenza del predatore. Una situazione che non piacerà a molti ma che, almeno, sembra propedeutica a soluzioni pragmatiche.