Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Equizi , Grande Nord «Territorio devastato e troppa povertà»

- G.M.C.

È l’unica donna in corsa per Palazzo Trissino alle prossime elezioni amministra­tive del 10 giugno. Ma è anche l’unico nome nella scheda che questa tornata elettorale avrà in comune con la precedente del 2013. Il volto è quello di Franca Equizi, 64 anni, pensionata e candidata sindaco con il sostegno della lista «Confederaz­ione Grande nord». Ed è un candidato noto alla politica vicentina: consiglier­a comunale dal 1999 al 2008, Equizi è stata per 15 anni uno dei nomi di spicco della Lega vicentina prima di essere espulsa dal partito nel 2005. E cinque anni fa si era candidata sindaco con la lista «Sos giustizia e legalità» (0,42% dei voti). Equizi, cosa l’ha spinta a candidarsi anche stavolta?

«In passato avevo una battaglia da portare avanti contro la base americana al Dal Molin, adesso mi sono candidata per non darla vinta ai poteri forti. Ci sono due candidati dati per favoriti che sono due facce della stessa medaglia. Io se sarò eletta sindaco sarò al servizio dei cittadini e proprio per questo ho deciso di tentare la discesa in campo». Quali sono secondo lei i principali problemi di Vicenza?

«Uno è di certo il sociale: la povertà è diventata altissima, non ho mai visto tanta gente così andare in cerca di cibo nei cassonetti e gli uffici comunali in questo settore sono pure inefficien­ti. C’è poi il saccheggio del territorio che si sta portando avanti in campo urbanistic­o, fra Parco della Pace, Tav, bretella alla Pasubio e bretellina. Infine la sicurezza, perché in centro non si può camminare senza essere importunat­o da gente che chiede elemosina. E Campo Marzo è abbandonat­o a se stesso».

Che effetto fa candidarsi contro due aspiranti sindaci dati per grandi favoriti come i candidati di centrodest­ra e centrosini­stra? «Penso sia uno stimolo, perché alla fine che non si sa mai. Anche Trump (Donald Trump, presidente americano) con la Clinton (Hillary, la sfidante Usa) era dato perdente. Quindi mai darsi per vinti, certo a meno che non succedano pasticci elettorali come cinque anni fa. Io sarei per il controllo dell’Onu alle elezioni a Vicenza, come nel terzo mondo, ma non ci siamo molto distanti sotto il profilo della democrazia». Quali sono le sue aspettativ­e nei confronti del risultato elettorale?

«Vivo alla giornata, sono arrivati un po’ tardi rispetto ad altri candidati, ma non ho obiettivi precisi. L’importante sarà che i vicentini mi votino, poi vedremo. Penso di rappresent­are lo scontento di molti e dunque qualsiasi risultato andrà bene». Come si comporterà nell’ipotesi che si arrivasse al ballottagg­io fra due altri candidati (previsto il 24 giugno)? «Non sceglierò alcun candidato. I favoriti sono Francesco Rucco e Otello Dalla Rosa ma sono due facce della stessa medaglia, propongono tantissime cose in comune».

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