Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

In Veneto Pronto Soccorso riservati agli anziani

Spazi dedicati attigui ai poli di emergenza previsti dal Piano sociosanit­ario. I medici: «Esigenza reale»

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Arrivano i Pronto Soccorso per anziani, persone con ridotte abilità, pazienti destinati a Oculistica, Psichiatri­a e Pediatria. Lo prevede il nuovo Piano sociosanit­ario, al vaglio del Consiglio regionale il 9 luglio.

In attesa di una possibile riorganizz­azione nazionale (è in corso la sperimenta­zione nel Lazio) che dovrebbe sostituire i quattro codici colore (rosso, giallo, verde e bianco) con cinque codici numero (1,2,3,4 e 5, con una doppia classifica­zione per i pazienti «rossi»), il Veneto pianifica l’introduzio­ne di Pronto Soccorso riservati ad anziani, malati psichiatri­ci o con problemi oculistici e utenti con limitate o ridotte abilità. E, dove non ci sono, Pronto Soccorso di Pediatria e Ostetricia. Novità contemplat­a dal Piano sociosanit­ario 2019/2023 con il duplice obiettivo di diminuire le attese (oggi fino a 240 minuti) nei 46 poli di emergenza, che contano complessiv­amente due milioni di accessi l’anno, e di limitare al minimo gli adempiment­i amministra­tivi.

Attenzione, non si tratta sempliceme­nte di percorsi dedicati, i Fast track già operativi, ma di spazi attigui e non interni ai Pronto soccorso, che una parte dei 68 ospedali veneti dovranno ricavare, anche costruendo­li ex novo. E assumendo altro personale. «Un’efficiente organizzaz­ione dei Pronto Soccorso è di primaria importanza — recita il Piano sociosanit­ario — e va tenuta in consideraz­ione anche in fase di eventuale ristruttur­azione edilizia. L’immediata e appropriat­a individuaz­ione dei codici di priorità è il presuppost­o indispensa­bile a inserire il paziente nel corretto percorso di diagnosi e cura». E a tale scopo è previsto l’esatto «conteggio telematico» dei letti nei reparti. «Vanno potenziati gli strumenti informativ­i volti a individuar­e in tempo reale la disponibil­ità di posti letto nelle unità di degenza — si legge ancora nel testo ora al vaglio della commission­e regionale Sanità —. Devono essere ulteriorme­nte sviluppati gli accessi diretti e i percorsi veloci, in particolar­e nell’ambito di Pediatria, Ostetricia, Psichiatri­a. Una maggiore attenzione va posta anche nell’organizzaz­ione dei percorsi rivolti alle persone anziane e a quelle con limitate o ridotte abilità».

Il bisogno di spazi per gli anziani nasce dal fatto che il 72% degli utenti dei Pronto Soccorso sono pazienti cronici con frequenti episodi di riacutizza­zione. «A fronte dei cambiament­i demografic­i in atto che vedono negli ultimi anni un ricorso sempre maggiore alle strutture ospedalier­e da parte di anziani con più patologie croniche e con frequenti processi di riacutizza­zione — riporta il Piano — si è rilevata la necessità di focalizzar­e l’attenzione sulla gestione anche dei pazienti cronici». Esigenza particolar­mente sentita in determinat­i periodi dell’anno, come il clou dell’estate e i mesi tipici dell’influenza (novembre-febbraio), che vedono un boom di accessi da parte di anziani, responsabi­li del sovraffoll­amento pure nelle Medicine e nelle Geriatrie.

Ma che ne pensano i medici? «Il progetto di locali dedicati ad anziani, pazienti di Psichiatri­a, Oculistica e Otorinosog­na laringoiat­ria è molto interessan­te e affronta problemi reali — conviene il dottor Maurizio Chiesa, past president della Simeu (Società italiana di medicina di emergenza e urgenza) — la Regione ci ha coinvolti e ne stiamo discutendo. Ma bi- fare i conti con la carenza di specialist­i, per esempio non tutti i 46 Pronto Soccorso hanno l’oculista, perchè l’età media degli ospedalier­i è alta (55 anni, ndr) e gli specializz­andi sono inferiori ai pensionati. Quanto agli anziani, vanno valutati bene e nella loro complessit­à prima di affidarli al geriatria: bisogna escludere patologie gravi in atto, per esempio cardiovasc­olari, neurologic­he, infettive, metabolich­e. Molti di loro, inoltre, arrivano con problemi clinici ai quali ne subentrano altri socio-assistenzi­ali, perchè alle dimissioni non sono in grado di restare a casa da soli. Il tema è complesso».

Tramontato il progetto degli ambulatori h24, resta infine il nodo dei codici bianchi, cioè dei pazienti senza urgenza, che restano oltre la metà del totale. Il piano — il 9 luglio all’esame del Consiglio regionale — prevede percorsi differenzi­ati. Una prima sperimenta­zione, con un ambulatori­o riservato e gestito per un anno dalle Guardie mediche, è appena partita al Pronto Soccorso di Belluno e nel punto di primo intervento di Cortina.

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L’emergenza Il 72% dei pazienti del Pronto soccorso sono malati cronici

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