Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I grillini gridano al «golpe» e accusano il governatore «Usa parole allucinanti»
Berti: fuga in avanti. Businarolo: Zaia ricordi chi c’è al governo
Berti Grottesco festeggiare la devastazione del nostro territorio Ferrarin Noi non cambiamo idea. Le penali? Le faremo stimare Businarolo Questa firma andava stoppata, non è stata concertata Brusco Inviteremo tutti i ministri in Veneto per riesaminare il progetto
Se la prendono con Zaia i grillini. Ma il frinio rabbioso, in realtà, è indirizzato più lontano: a chi ha firmato (o non ha impedito) i lavori del primo lotto, fra Brescia e Verona, firmato martedì. Un atto vissuto quasi come un «golpe», che ha colto il M5S veneto di sorpresa.
«Quello che è successo con la firma per il tratto Brescia-Verona è una fuga in avanti inopportuna, si doveva aspettare, congelare il tutto e parlarne con il nuovo ministro - attacca Francesca Businarolo, parlamentare veronese che da qualche settimana ha trasferito il suo ufficio istituzionale proprio nella casa di un espropriato di Castelnovo -. L’uscita di Zaia? Forse è lui che si dimentica che al governo ci sono la Lega e il M5S».
Proprio l’uscita entusiastica del governatore viene definita dal capogruppo in Regione «grottesca e surreale». «È allucinante che Zaia festeggi la devastazione del territorio e delle finanze dei veneti per un progetto dai costi dissennati, in una delle tratte più costose al mondo - dice Jacopo Berti -. È incredibile si definisca soddisfatto per tutto questo». Ma il pensiero torna lì, alla firma: «Quello che è successo, con la firma del lotto Brescia-Verona, è un atto non concertato, contrario al principio di collaborazione che si vuole promuovere. Qui c’è qualcuno che vuole chiaramente creare problemi» prosegue Berti. Nel frattempo, appunto, i parlamentari hanno richiesto un sopralluogo urgente al ministro Toninelli.
«Chi canta vittoria, dimentica le 300 prescrizioni e le lacune enormi che gravano su questo tratto - gli fa eco il collega Manuel Brusco -. Fossi nei panni di Zaia, dunque, aspetterei ad esultare, per una situazione che potrebbe presto scoppiargli fra le mani. Nessuno è contrario al progetto tout court, ma va rivisto e noi chiederemo con forza questa revisione, a tutti i livelli. L’invito a Toninelli? Non solo: chiediamo a tutti i ministri di organizzare un sopralluogo in Veneto».
Anche Brusco conferma di aver appreso dai media della firma. «E Zaia cosa fa? Invece di informarci, bypassa ancora il consiglio regionale, commentando all’esterno un fatto importante, su cui evidentemente vuole mettere il cappello. Copione già visto con il piano sanitario». L’opposizione alla Tav, dunque, resta. Ma si fa più complessa. Con nuove variabili: «Politicamente io non cambio idea, però attenzione: ora si pone il problema delle penali avverte Businarolo -. Da oggi, con la firma, bisogna fare i conti con questo nuovo problema. Non sarà semplice». Tira dritto anche Daniele Ferrarin, referente M5S (autosospeso) di Vicenza e attivista No Tav, che non si lascia condizionare dagli eventi: «Siamo sempre stati a fianco dei comitati locali e lo saremo ancora, con la stessa convinzione - racconta -. Il progetto attuale deve essere fermato, per me non è cambiato nulla. Le penali? Faremo fare una valutazione dagli esperti: dopo aver fatto i conti, vedrete che resterà ancora un investimento da fare per salvare il territorio».
Nessun punto di «non ritorno», dunque, per il M5S. Come conferma anche il senatore Giovanni Endrizzi: «Zaia parla solo dal suo punto di vista: liberissimo di esultare, ma lui non è al Governo, forse non lo ricorda. Vanno distinte le competenze - conclude Endrizzi -. La firma sul tratto Brescia Verona? Lo stato di avanzamento delle opere non sarà l’unico criterio con cui il ministro rivaluterà la realizzazione delle infrastrutture, anzi».