Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Barbarano-Mossano, una lista civica e la Lega per il nuovo municipio
Istituito BARBARANO-MOSSANO il Comune, ora si deve decidere chi sarà il sindaco e chi siederà in consiglio comunale. Barbarano-Mossano, nato ufficialmente pochi mesi fa dopo il processo di fusione tra i due omonimi municipi del Basso Vicentino, va alle urne per la prima volta, chiamando a votare 5.141 cittadini. In corsa ci sono l’ex sindaco di Barbarano Cristiano Pretto, con la civica «Impegno Comune Pretto Sindaco», e Carlo Pegoraro, sostenuto da «Lega – Liga Veneta – Salvini». Il primo, che ha in lista anche l’ex primo cittadino di Mossano Giorgio Fracasso, sostanzialmente vuole portare avanti il lavoro fatto per la fusione dei due Comuni, potendo spendere i circa 6 milioni di euro che lo Stato verserà in dieci anni come compensazione per l’unione (più circa 400mila euro della Regione Veneto). Il secondo punta soprattutto alla creazione di un punto di primo soccorso in paese, per evitare ai cittadini di andare all’ospedale di Noventa in caso di necessità. Ma molti altri sono i progetti che i due sfidanti hanno in mente. «Una delle nostre priorità è la sicurezza – sottolinea Pretto, geometra di 46 anni – mettendo i varchi e la videosorveglianza nei punti strategici del paese, lungo l’asse della Riviera Berica, come richiedono le forze dell’ordine. C’è poi il miglioramento della viabilità e dei marciapiedi. Ma, soprattutto, vorremmo realizzare un collegamento ciclopedonale che dalle varie frazioni porti all’esistente Noventa – Vicenza per poi intersecare anche la futura Treviso-Ostiglia». A Pegoraro, impiegato tecnico di 30 anni, non è del tutto nuova la macchina comunale. Capogruppo dell’opposizione a Mossano tra il 2009 e il 2013, oltre a portare un punto di primo soccorso nel distretto sanitario, vorrebbe occuparsi soprattutto del sociale: «Dobbiamo dar da mangiare alle famiglie che sono in difficoltà, sono italiane» sottolinea. Il candidato del Carroccio vuole anche «rivitalizzare i due centri storici. Sono fatiscenti e la gente non va più in piazza – spiega –. Dobbiamo dare sicurezza anche cercando di convincere i privati a ristrutturare gli edifici e vorremmo rivalutare la zona industriare, per trovare nuova forza lavoro».