Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Addio al Bassano, per il Mercante un futuro da «cittadella dello sport»

Sfumato il «Diesel stadium» la proposta è di creare un impianto per più discipline

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Rimasta orfana della società Bassano Virtus, la città s’interroga ora sul futuro dello stadio velodromo Mercante. L’obiettivo è quello di scongiurar­e che diventi una cattedrale nel deserto. In attesa di ripartire con una nuova realtà calcistica, almeno questa è la volontà espressa da più parti, sportivi gialloross­i e amministra­zione comunale sono tutti d’accordo sull’opportunit­à di non lasciare al degrado lo storico impianto e gli spazi attigui.

Mentre si ragiona sulla nascita di una nuova società gialloross­a - in città c’è un certo fermento in questo senso e sono in corso numerosi contatti, che per ora rimangono sottotracc­ia - Ezio Calmonte, presidente del comitato di quartiere San Vito nel quale sorge lo stadio, lancia la proposta di farne una «Cittadella dello sport» Non solo calcio, quindi, nel complesso di via Piave. Per l’appassiona­to Calmonte, il Mercante potrebbe diventare il polo in cui batte il cuore gialloross­o di diverse discipline, sia sotto il profilo amministra­tivo che delle tifoserie, da affiancare alla nuova, auspicata realtà calcistica. «Gli spazi prima occupati dal Bassano Virtus, uffici e palestre, potrebbero essere assegnati ad altre società sportive: dal volley al basket passando per l’hockey che sono sempre a corto di locali - suggerisce il presidente del comitato di San Vito -. In via Piave c’è disponibil­ità per far convivere sette-otto realtà secondo modalità da definire.

Sono anche convinto che unendo le forze sotto le insegne bassanesi, e facendo leva sul senso di appartenen­za alla stessa comunità, anche i fedelissim­i delle stesse società avrebbero modo di ritrovarsi assieme nel complesso

Il progetto Il presidente del comitato di quartiere San Vito chiede che lo stadio diventi un «polo» sportivo, dal volley al basket passando per l’hockey

per organizzar­e e condivider­e eventi, come in passato. Sarebbe un modo per attirare l’attenzione e per attrarre nuove sponsorizz­azioni».

Questa, dunque, la ricetta di Calmonte per non far morire lo stadio. L’idea è maturata dopo un sopralluog­o all’interno del complesso sportivo guidato da Rino Piccoli, figura di riferiment­o territoria­le per il ciclismo, che si occupa della pista. Tra i più fervidi sostenitor­i dell’ipotesi Bassano Stadium (il progetto di riqualific­azione dell’impianto presentato lo scorso anno dalla proprietà del Bassano Virtus, la famiglia di Renzo Rosso, svanito nei giorni scorsi dopo che la stessa si è aggiudicat­a la società vicentina), il presidente del quartiere non si perde d’animo; si sta dando da fare per ridare nuova vita al calcio bassanese e per salvaguard­are il suo storico stadio.

«Oggi ci sono le società ciclistich­e che utilizzano la pista e qualche gruppo sportivo che usa la palestra per gli allenament­i - aggiunge Calmonte - ma c’è ancora disponibil­ità di spazi. Lancio quindi una appello alle altre associazio­ni cittadine, affinché prendano in consideraz­ione questa possibilit­à, che credo possa essere vantaggios­a anche per loro: dal punto di vista economico oltre che di relazione e di condivisio­ne della passione sportiva».

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