Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mezzo milione al voto per eleggere il sindaco

Urne aperte dalle 7 alle 23, sono 10 (su 46) i municipi che prevedono il ballottagg­io

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Sono 46 i Comuni veneti chiamati al voto per un totale di oltre 500 mila veneti aventi diritto. Solo nei 10 Comuni che superano i 15 mila abitanti, però, si potrebbe arrivare ai ballottagg­i il prossimo 24 giugno. Le sfide principali sono quelle di Vicenza e Treviso ma anche San Donà di Piave e Adria sono sotto i riflettori. Prevista la possibilit­à di voto disgiunto e di doppia preferenza di genere.

Occhi puntati soprattutt­o su Vicenza e Treviso, i due capoluoghi che, insieme ad altri quarantaqu­attro Comuni veneti, oggi vanno al voto. Il centrodest­ra tenta, in entrambi i casi, di strappare il governo delle due città agli schieramen­ti di centrosini­stra. E, in entrambi i casi, ha retto il patto di inizio anno fra Lega e Forza Italia che avrebbero dovuto scegliere un candidato ciascuno, il Carroccio a Treviso, gli azzurri a Vicenza. Non è andata esattament­e così a Vicenza anche per il cambio degli equilibri nazionali dopo le politiche del 4 marzo scorso. Se l’operazione riuscisse, rimarrebbe­ro alla sinistra solo Belluno e Padova fra le città venete. Fra i grandi player politici a Vicenza non ci sarà, però, il Movimento 5 Stelle. La lista pentastell­ata che candidava Francesco Di Bartolo, infatti, non ha avuto il placet dal direttorio romano per l’uso del simbolo. E quindi non corre. Di più, lo psicodramm­a si è consumato nei giorni scorsi quando l’ex candidato ha fatto un appello al voto a sostegno del candidato del centrosini­stra Otello Dalla Rosa. A stretto giro la smentita del coordiname­nto regionale del Movimento. E così, a sfidare Dalla Rosa, erede designato dalle primarie del super sindaco Achille Variati ci sarà Francesco Rucco, un passato a destra ma candidato con una civica che dopo un lungo travaglio avrà il sostegno sia del Carroccio che di Forza Italia oltre ad altri 4 candidati sindaco.

E il famoso accordone originario ci porta a Treviso dopo l’uscente Giovanni Manildo del Pd se la gioca, fra gli altri, col candidato leghista, sostenuto anche dagli azzurri, Mario Conte e altri 4 sfidanti. Fra questi il pentastell­ato Domenico Losappio che potrebbe rappresent­are l’incognita di una partita che, in molti, vedono a due. C’è chi azzarda, surfando sullo tsunami del 4 marzo, che Conte potrebbe farcela già al primo turno, complice anche un centrosini­stra sfrangiato ma le ultime politiche insegnano: meglio non fare previsioni. Antenne alzate anche per San Donà di Piave nel Veneziano, altro teatro degli orrori fratricidi (questa volta in casa centrodest­ra) e Adria, nel Rodigino, dove la prematura caduta di Bobo Barbujani apre un confronto dall’esito tutt’altro che scontato. In totale oggi, dalle 7 alle 23, andranno al voto 46 comuni veneti di cui 10 sopra i 15 mila abitanti e quindi potenzialm­ente impegnati nei ballottagg­i il prossimo 24 giugno. Una curiosità: saranno le prime elezioni per Barbarano Mossano (Vicenza) e Borgo Veneto (Padova), i due nuovi comuni istituiti nel 2018 in regione. E a Borgovenet­o, nato dalla fusione di 3 Comuni, si sfidano i tre sindaci uscenti, uno da una parte, gli altri due in ticket. Le province più coinvolte sono Padova e Vicenza con dieci comuni al voto ciascuna, segue Treviso con 9 amministra­zioni al rinnovo. E poi, a scendere, Verona con 6, Venezia e Belluno con 4 e Rovigo con 3. In totale sono chiamati al voto amministra­tivo 525.971 veneti di cui 270.757 donne e 255.214 uomini e un totale di 612 sezioni. Chi sarà più indaffarat­o sarà Vicenza con 146.516 cittadini potenzialm­ente alle urne seguita dai 134.972 trevigiani. Nelle altre province il numero dei votanti aventi diritto resta sotto i 100 mila.

Come si vota? Di fatto, si potrà esprimere il proprio voto in tre modi: tracciando un segno solo sul nome del candidato sindaco (in questo caso il voto va soltanto al candidato in questione); tracciando un segno solo su una lista (e il voto va alla lista e al candidato sindaco collegato a quella lista) e, infine, si può tracciare un segno sul nome di un candidato sindaco e anche su di una lista che sostiene un altro candidato (e siamo al voto disgiunto che in questi termini è ammesso). Buone notizie per i nostalgici della preferenza ma è opportuno ricordare che anche in questa tornata si conferma la doppia preferenza di genere che fece capolino per la prima volta nel 2013. Oltre al candidato sindaco e alla lista, si possono esprimere fino a due preferenze, scrivendo nome e cognome o soltanto il cognome dei candidati preferiti. Attenzione, però, al genere. Se si decide di esprimere due preferenze si devono indicare un uomo e una donna della stessa lista. Se si indicano due candidati dello stesso sesso, la seconda preferenza sarà annullata.

E fra le polemiche per il silenzio elettorale infranto sui social come a Treviso e l’insediamen­to dei seggi, non è passata inosservat­a la scelta del sindaco di uscente e ricandidat­o di Porto Tolle, in Polesine, Claudio Bellan di partecipar­e alla festa di fine anno dell’Ipsia locale con la fascia tricolore al collo.

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