Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Docente aggredita per un 4 «Assurdo, ho il naso rotto»

Selvazzano, il racconto dell’aggression­e: «Quella donna mi aspettava nell’atrio»

- Angela Tisbe Ciociola © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Setto nasale rotto, due grandi ematomi sul viso, un occhio gonfio e violaceo. E, soprattutt­o, un grande spavento.

Parla l’insegnante della scuola media Albinoni di Caselle di Selvazzano, aggredita nell’atrio dell’istituto dalla madre di un allievo, a causa di un 4 in inglese dato al figlio.

«Un’amica è venuta a trovarmi a casa, ma quando mi ha visto è rimasta impression­ata. Stentava a riconoscer­mi». Setto nasale rotto, due grandi ematomi sul viso, un occhio gonfio e violaceo. E, soprattutt­o, stanchezza e spavento. È questo il bilancio all’indomani dell’aggression­e da parte di una madre subita da un’insegnante nella scuola media Albinoni di Caselle di Selvazzano, nel Padovano.

I fatti, ormai, sono noti: venerdì mattina la mamma, 47 anni, ha chiesto insistente­mente di interrogar­e di nuovo il figlio, un piccolo campioncin­o di sport a livello agonistico, per recuperare un’insufficie­nza guadagnata il giorno prima. E, al rifiuto dell’insegnante, le ha sferrato un pugno in faccia, rompendole il naso e mandandola in ospedale dal quale uscirà con 20 giorni di prognosi. «Ovviamente dietro questi fatti ci sono altre verità», ha chiarito stringata la mamma del bambino, preferendo però non dare ulteriori spiegazion­i sull’accaduto. Nel frattempo, per lei è scattata, d’ufficio, una denuncia per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, perché tale è un insegnante a scuola, ma anche per lesioni personali e nei prossimi giorni sarà convocata in caserma dai carabinier­i per essere sentita. Per ora, a parlare, è solo la professore­ssa aggredita. E una cosa è certa, in oltre 30 anni di insegnamen­to, gli ultimi 15 dei quali passati nella scuola media di Caselle di Selvazzano, una cosa del genere non era mai avvenuta.

Professore­ssa, andiamo con ordine. alcuni testimoni riferiscon­o di una discussion­e

fuori della scuola. cosa è successo in realtà?

«Non c’è stata nessuna discussion­e. Al suono della campanella, mentre ero ancora nell’atrio, mi sono trovata davanti questa donna che, a freddo, mi ha sferrato un pugno in faccia e poi mi ha dato una pacca sulla schiena. Sono caduta in terra, ma seduta.

Non ho sbattuto il viso, quindi a provocarmi queste lesioni è stata lei. E posso dirlo perché insieme a me c’erano altri quattro testimoni, una collega che si è presa una spinta e tre bidelle».

E tutto questo perché si è rifiutata di interrogar­e di nuovo il ragazzino?

«Sì. Era stato assente molti giorni per alcune gare sportive. Era tornato il 4 giugno a scuola e la madre ci aveva inviato una nota scritta, chiedendo di interrogar­lo in quest’ultima settimana prima delle vacanze per recuperare le verifiche perse. Io l’ho sentito giovedì. Non era preparato e gli ho dato 4. E ieri mattina (venerdì, ndr.) la mamma ha iniziato a chiamare a scuola, pretendend­o di parlarmi e chiedendo che interrogas­si di nuovo suo figlio. Mi sono rifiutata: aveva già avuto la sua opportunit­à. Interrogar­lo l’indomani che senso avrebbe avuto?» Quindi che è successo?

«Ha chiamato tre o quattro volte, parlando con la bidella. L’ultima volta ha detto una frase precisa: “Non mi fate entrare, allora mio marito aspetterà fuori”. I carabinier­i poi ci hanno fatto notare che li avremmo dovuti chiamare subito. Avremmo evitato tutto questo». Ad aspettarla però ha trovato lei e non il marito…

«Esatto. Alla fine delle lezioni non ho fatto in tempo ad attraversa­re le porte a vetro che me la sono trovata davanti. E mi ha colpito. Io sono finita in terra, sanguinant­e e confusa e quindi non ho sentito, ma una delle bidelle mi ha raccontato che poi lei ha continuato a urlare. “Tr… Te la farò pagare, hai rovinato la mia famiglia”». Ora come si sente?

«Malissimo, non sono più io. È assurdo che succedano cose del genere, ma ormai viviamo in questa realtà. Siamo costretti a ricevere i genitori in due, con un collega al fianco, per avere testimoni del colloquio».

Ha parlato con i suoi colleghi o i genitori degli altri alunni? Ieri fuori dalla scuola in tanti l’hanno difesa...

«Si, mi hanno chiamato. I genitori mi hanno chiesto di aprire una casella mail proprio per questa occasione: volevano scrivermi e far in modo che i ragazzi potessero salutarmi, senza disturbare». Una piccola consolazio­ne. «Già, per fortuna».

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L’istituto La Selvazzano scuola di (Padova) dove è avvenuta due giorni fa l’aggression­e al docente per il 4 in inglese

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