Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Tremila in piazza a Padova contro l’obbligo di vaccinazione
Le associazioni per la libertà di vaccinazione hanno portato ieri pomeriggio a Padova quasi tremila persone, che hanno manifestato lungo le vie della città e «invadendo» pacificamente le piazze del centro storico.
Rossaro Il 13 giugno festeggio il Santo e il primo anno di radiazione dall’Ordine
Con un blitz a sorpresa tremila no vax hanno marciato ieri pomeriggio nel centro di Padova e invaso piazza del Duomo per gridare nelle orecchie del governo: «Abolite la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale». Il popolo convocato dal Corvelva (Coordinamento regionale per la libertà delle vaccinazioni) e arringato da Graziano Ugenti, presidente di «Piano B, Disobbedienti per amore», ha sfilato con le magliette arancioni, gli striscioni a tema («No obbligo, sì libertà di scelta, scuola per tutti»), sventolando grembiulini a mo’ di vessillo, tricolori e la bandiera col leone di San Marco e portandosi dietro i bambini. Tanti bambini, per mano, in passeggino, in braccio: quasi tutti non immunizzati, molti esclusi dall’asilo. «Arriviamo da Veneto, Lombardia, Friuli, Trentino, Emilia, Piemonte, Toscana, Lazio — ha detto al microfono di un palco improvvisato sotto i portici Nassim Langrudi, amministratrice del Corvelva — siamo qui per ricordare al governo che non ci accontenteremo di parziali aggiustamenti alla legge Lorenzin, ma rivendichiamo la libertà di disporre del nostro corpo e il diritto sacrosanto dei bambini tra zero e sei anni di frequentare l’asilo. Alcuni sono stati esclusi dalla frequenza adesso, non hanno nemmeno potuto partecipare alla recita di fine anno scolastico. E’ una vergogna. E’ pronto il disegno di legge di iniziativa popolare — ha aggiunto tra gli applausi e i «bu-buuu» ai politici — per l’abrogazione dell’obbligo vaccinale e tra un mese si potrà sottoscrivere in tutti i Comuni italiani. Dobbiamo raccogliere almeno 50mila firme, puntiamo a 100mila: vogliamo riprenderci la libertà di cura». Il tutto in diretta su Radio Gamma 5, voce del Corvelva, che ha anche mandato in onda l’intervento dei medici radiati dall’Ordine. «Dobbiamo sostenere i medici radiati — ha esortato Ugenti — sono un valore aggiunto, grandi professionisti». E allora giù applausi all’indirizzo di Dario Miedico, camice bianco di Milano prima premiato per i 50 anni di carriera e poi cacciato per aver firmato la lettera contro le vaccinazioni di massa inviata all’Istituto superiore di Sanità dal collega padovano Roberto Gava (il primo d’Italia sanzionato con tale provvedimento). «Sono stato radiato ma continuo a fare il medico — ha proclamato Miedico tra le ovazioni della folla —. Finalmente un ministro della Salute, Giulia Grillo, si è espresso chiaramente sul no all’obbligo vaccinale, però ci sono funzionari nominati da Beatrice Lorenzin che faranno di tutto per confonderla, perciò stiamole col fiato sul collo. E’ vergognoso che tanti bimbi non siano potuti andare in gita. I nostri sono i più sani, bisogna far capire a tutti che ab- biamo ragione noi».
Acclamato come un eroe Paolo Rossaro, medico di famiglia padovano pure lui radiato. «Il 13 giugno non festeggerò solo Sant’Antonio, ma anche il mio primo anno di libertà dall’Ordine — ha ricordato —. Il tempo delle promesse è finito, ora aspettiamo quello del fare. Fermate i vostri sindaci e chiedete loro come hanno intenzione di procedere quali responsabili della salute pubblica. Scegliete un medico di famiglia che faccia l’amico, vi guidi nella vita e non vi obblighi a rispettare la legge solo per non perdere il posto». Immancabile il saluto che l’ha reso celebre tra «il suo popolo»: «W la Vita! Li-ber-tà, li-bertà!». Tra i «relatori» maestre, il presidente del Corvelva Ferdinando Donolato, il professor Ivano Spano, docente di Sociologia dell’Università di Padova al quale, ha rivelato Rossaro, «non è stato rinnovato il contratto», e la regista Ambra Fedrigo. Autrice del documentario «Una popolazione fuori dal gregge», che si riferisce all’immunità di gregge (la copertura vaccinale del 95% raccomandata dall’Oms per proteggere anche i bimbi non immunizzabili per un quadro clinico incompatibile), si è commossa. «La legge Lorenzin cadrà — ha scandito — ma noi non dobbiamo abbassare la guardia. Mai mollare, i nostri figli a settembre andranno a scuola».
«L’unico merito della norma sull’obbligo vaccinale è che ci ha fatti svegliare e tornare in strada — ha chiuso Piero Ardigò, del Condav (Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino) — se prima eravamo un milione ora siamo 7 milioni. I nostri figli non li vacciniamo, ma continueremo a scendere in piazza per tutelare quelli degli altri».