Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vardanega e i lavori di Santa Chiara «ceduti»: il Comune dagli avvocati

Il sindaco: «Valuteremo se la Imprevar ha i requisiti e se sarà operativa da subito»

- Raffaella Forin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo la comunicazi­one di Giannanton­io Vardanega della messa in liquidazio­ne della sua ditta di costruzion­i, con la cessione in affitto di un ramo d’azienda alla Imprevar (società con sede a Roma detenuta per l’80 per cento dalla Brick srl, un pool di realtà con interlocut­ori locali, per il restante 20 per cento da Massimilia­no Simoncello, già direttore del cantiere per il Ponte degli Alpini), il Comune ora s’interroga sul futuro del primo stralcio dei lavori per il polo museale Santa Chiara, in appalto alla ditta di Possagno, in fase di costruzion­e.

Se per il restauro del Ponte degli Alpini- l’amministra­zione ha rescisso «in danno» il contratto con Vardanega un mese fa, si sta ora aprendo ora un nuovo scenario per la futura sede della sezione naturalist­ica del museo civico.

«Non cambierà nulla, il cantiere proseguirà con un’altra azienda, sempreché il Comune non deciderà altrimenti»m ha spiegato Giannanton­io Vardanega nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato la «sofferta decisione» del subentro della Imprevar. Dichiarazi­oni che tuttavia non bastano a rassicurar­e il sindaco Riccardo Poletto e l’assessore alla Cura urbana Roberto Campagnolo, che vogliono prima verificare ogni aspetto del passaggio.

«Con i tecnici e i legali stiamo accertando che vi siano tutte le condizioni per dare il via libera al subentro della nuova società - fanno sapere -: deve avere tutti i titoli e i requisiti in ordine per procedere, ed essere operativa da subito con un adeguato numero di maestranze. Sono tutte valutazion­i che stiamo facendo, dubbi che devono essere chiariti».

«Di una cosa siamo sicuri sottolinea Poletto - che la data ultima per la consegna del Santa Chiara rimane quella di gennaio 2019. Anche in questo caso, come accaduto per il ponte, la Vardanega ha accumulato già dei ritardi nell’esecuzione delle opere. Sono stati evidenziat­i già dall’inizio dell’anno dalla direzione del lavori, che è torinese e quindi esterna al Comune, tanto che nelle ultime settimane è spesso in città per verificare lo stato di avanzament­o dell’intervento. C’è da augurarsi che, se la nuova società subentrerà nel Santa Chiara, si metta subito sotto per recuperare e procedere speditamen­te».

Già nel 2014 il cantiere del polo museale aveva subito una battuta d’arresto di diversi mesi dopo la dichiarazi­one di fallimento della Adico, la ditta di Maser che aveva vinto l’appalto un paio d’anni prima. Dopo una serie di vicissitud­ini, con alcuni strascichi legali, l’intervento è stato affidato nel 2016 alla Vardanega classifica­tasi seconda nella gara.

Il via dei lavori del primo stralcio del polo museale è stato possibile grazie ad un contributo di oltre 10milioni di euro assegnato dalla Fondazione Cariverona. All’appello manca invece la copertura economica per il secondo stralcio che prevede la costruzion­e della sede per il museo dell’automobile Bonfanti-Vimar che si trasferire­bbe nel centro storico cittadino dall’attuale struttura che si trova a Romano d’Ezzelino.

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Il cantiere del polo museale Stando al Comune i lavori sono in ritardo

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