Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

In sala operatoria anche nel weekend «Così ridurremo le liste d’attesa»

Via alla sperimenta­zione al San Bortolo: chirurghi al lavoro di sabato

- Andrea Alba

Sale operatorie attive anche di sabato, per non «sforare» nelle liste d’attesa dei pazienti che devono essere operati entro trenta giorni per patologie oncologich­e.

È una piccola rivoluzion­e quella iniziata sabato scorso all’ospedale San Bortolo di Vicenza: da adesso e fino a settembre, con una sperimenta­zione finanziata con 60mila euro e l’impiego di personale che si rende disponibil­e volontaria­mente, gli interventi chirurgici verranno calendariz­zati anche per sette ore ogni sabato.

Il direttore generale dell’Usl 8, Giovanni Pavesi, già un anno fa aveva iniziato a parlare di aperture di routine delle sale operatorie il fine settimana, proposta che all’epoca aveva sollevato una levata di scudi da parte dei sindacati delle profession­i sanitarie. L’intenzione ora è diventata realtà, con il progetto già iniziato e denominato «Smaltiment­o liste d’attesa per interventi prioritari e oncologici». Il nome dice anche il motivo per cui l’iniziativa è stata fatta partire. Come precisano dall’Usl, «gli interventi di chirurgia correlati al trattament­o di una neoplasia maligna sono inseriti nella classe di priorità “A” anche nel caso di intervento chirurgico ambulatori­ale»: in pratica vanno eseguiti di rigore entro trenta giorni dalla data in cui il chirurgo decide l’immissione nella lista d’attesa. A oggi, questo obiettivo non viene raggiunto in particolar­e proprio nell’area berica dell’ex Usl 6, Vicenza città e hinterland: «Gli interventi riorganizz­ativi già effettuati e riguardant­i le attività dei gruppi operatori del distretto est per favorire il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di classe “A” non hanno finora consentito il pieno raggiungim­ento degli obiettivi prefissati». Quindi, fa sa- pere la direzione medica dell’Usl motivando il progetto, «viste le perduranti difficoltà» è stata prevista l’attivazion­e delle sedute operatorie il sabato mattina «per interventi chirurgici prioritari e oncologici nelle discipline di chirurgia generale, ortopedia e ginecologi­a».

Dal punto di vista pratico il tutto si traduce in una seduta operatoria di sette ore ogni sabato mattina (il primo è stato sabato scorso, l’ultimo sarà il 15 settembre) con «personale strutturat­o su base volontaria che lavorerà fuori orario di servizio e sarà compensato con fondi incentivan­ti». Quindici in tutto le sedute operatorie preventiva­te nella sperimenta­zione, per un totale di una quarantina di interventi che andranno dalla chirurgia mammaria e addominale alle artroprote­si d’anca e alle fratture del collo del femore negli anziani, fino ad interventi ginecologi­ci. E se anche l’apertura delle sale operatorie nel sesto giorno della settimana è limitata ad alcune tipologie di interventi e patologie, l’attivazion­e ha portato a una riorganizz­azione di tutta l’attività chirurgica del San Bortolo.

«Lo sforzo è stato quello di liberare sedute operatorie nei giorni feriali a favore di interventi oncologici, spostando interventi comunque prioritari in sedute supplement­ari collocate il sabato mattina». Per le sedute aggiuntive sono state stanziate risorse ad hoc. La stessa deliberazi­one prevede infatti di utilizzare «a copertura dell’attività una parte dei fondi a disposizio­ne per l’incentivaz­ione del personale», sessantami­la euro in tutto. E se la sperimenta­zione dovesse funzionare c’è tutta l’intenzione di continuare.

Tumori L’obiettivo è rispettare il limite dei 30 giorni per i malati oncologici

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L’intervento Chirurghi al lavoro in una sala operatoria: a Vicenza le operazioni si faranno anche di sabato

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