Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
In sala operatoria anche nel weekend «Così ridurremo le liste d’attesa»
Via alla sperimentazione al San Bortolo: chirurghi al lavoro di sabato
Sale operatorie attive anche di sabato, per non «sforare» nelle liste d’attesa dei pazienti che devono essere operati entro trenta giorni per patologie oncologiche.
È una piccola rivoluzione quella iniziata sabato scorso all’ospedale San Bortolo di Vicenza: da adesso e fino a settembre, con una sperimentazione finanziata con 60mila euro e l’impiego di personale che si rende disponibile volontariamente, gli interventi chirurgici verranno calendarizzati anche per sette ore ogni sabato.
Il direttore generale dell’Usl 8, Giovanni Pavesi, già un anno fa aveva iniziato a parlare di aperture di routine delle sale operatorie il fine settimana, proposta che all’epoca aveva sollevato una levata di scudi da parte dei sindacati delle professioni sanitarie. L’intenzione ora è diventata realtà, con il progetto già iniziato e denominato «Smaltimento liste d’attesa per interventi prioritari e oncologici». Il nome dice anche il motivo per cui l’iniziativa è stata fatta partire. Come precisano dall’Usl, «gli interventi di chirurgia correlati al trattamento di una neoplasia maligna sono inseriti nella classe di priorità “A” anche nel caso di intervento chirurgico ambulatoriale»: in pratica vanno eseguiti di rigore entro trenta giorni dalla data in cui il chirurgo decide l’immissione nella lista d’attesa. A oggi, questo obiettivo non viene raggiunto in particolare proprio nell’area berica dell’ex Usl 6, Vicenza città e hinterland: «Gli interventi riorganizzativi già effettuati e riguardanti le attività dei gruppi operatori del distretto est per favorire il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di classe “A” non hanno finora consentito il pieno raggiungimento degli obiettivi prefissati». Quindi, fa sa- pere la direzione medica dell’Usl motivando il progetto, «viste le perduranti difficoltà» è stata prevista l’attivazione delle sedute operatorie il sabato mattina «per interventi chirurgici prioritari e oncologici nelle discipline di chirurgia generale, ortopedia e ginecologia».
Dal punto di vista pratico il tutto si traduce in una seduta operatoria di sette ore ogni sabato mattina (il primo è stato sabato scorso, l’ultimo sarà il 15 settembre) con «personale strutturato su base volontaria che lavorerà fuori orario di servizio e sarà compensato con fondi incentivanti». Quindici in tutto le sedute operatorie preventivate nella sperimentazione, per un totale di una quarantina di interventi che andranno dalla chirurgia mammaria e addominale alle artroprotesi d’anca e alle fratture del collo del femore negli anziani, fino ad interventi ginecologici. E se anche l’apertura delle sale operatorie nel sesto giorno della settimana è limitata ad alcune tipologie di interventi e patologie, l’attivazione ha portato a una riorganizzazione di tutta l’attività chirurgica del San Bortolo.
«Lo sforzo è stato quello di liberare sedute operatorie nei giorni feriali a favore di interventi oncologici, spostando interventi comunque prioritari in sedute supplementari collocate il sabato mattina». Per le sedute aggiuntive sono state stanziate risorse ad hoc. La stessa deliberazione prevede infatti di utilizzare «a copertura dell’attività una parte dei fondi a disposizione per l’incentivazione del personale», sessantamila euro in tutto. E se la sperimentazione dovesse funzionare c’è tutta l’intenzione di continuare.
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