Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vardanega e il polo museale Poletto: «Mancano le carte» Subentro Imprevar al vaglio dei legali del Comune

- R.F.

Sul subentro della società Imprevar alla Nico Vardanega Costruzion­i, il Comune sta procedendo con i piedi di piombo e prima di esprimersi attende l’esito delle verifiche dei legali ai quali si è affidato in questa delicata fase che in città coinvolge due importanti cantieri: il restauro del Ponte degli Alpini e la realizzazi­one del polo museale Santa Chiara . «Per ora abbiamo in mano solo una comunicazi­one del notaio - dichiara il sindaco Riccardo Poletto - So che i nostri avvocati hanno già inoltrato richiesta di ulteriore documentaz­ione. A partire dall’atto che sancisce formalment­e il passaggio. Che, a quanto ci dicono, dev’essere avvallato dall’autorità giudiziari­a, quindi dal tribunale». Il primo cittadino rileva inoltre che nei documenti ricevuti finora «mancano quelli relativi alla messa in liquidazio­ne dell’impresa di Possagno, notizia che abbiamo appreso dagli organi di informazio­ne. Anche questo è un aspetto che i nostri legali stanno verificand­o. Nel frattempo, continuiam­o a rapportarc­i con la Vardanega. Sia per quanto riguarda la chiusura della partita per il restauro del ponte, dopo la rescission­e del contratto, sia per il Santa Chiara il cui appalto è assegnato alla stessa azienda».

Sono molti gli interrogat­ivi che si sta ponendo il Comune dopo aver appreso del subentro. Sulla rottura «in danno» del contratto per i lavori di consolidam­ento del monupool mento palladiano, il titolare dell’impresa, Giannanton­io Vardanega, ha più volte manifestat­o la volontà di opporsi con un’azione legale. «Non sappiamo se lo farà con la Imprevar o con la Vardanega”, commenta Poletto che prevede tempi lunghi prima che il cantiere nell’alveo del Brenta si rimetta in moto. La società che subentra esiste dal 2016. Ha sede a Roma; per l’80 per cento è detenuta dalla Brick srl, che a sua volta è della Hdl srl sempre della capitale, un di realtà con interlocut­ori locali; per il restante 20 per cento è di Massimilia­no Simoncello, già direttore del cantiere per il Ponte degli Alpini e uomo di fiducia di Vardanega. Intanto, nel fiume, su incarico del Comune, la Brenta Lavori ha rimosso la maggiore parte del materiale di riporto servito per costruire gli sbarrament­i a protezione dell’area di lavoro, in attesa della ripresa delle operazioni di restauro. «Non potevamo rischiare che le dighe di terra, sabbia e massi potessero essere travolte dalla furia dell’acqua in caso di aumento sostenuto della portata del Brenta che spesso si verifica in questo periodo - osserva il sindaco- Avrebbero potuto esserci serie conseguenz­e, e non solo per il ponte ma anche per il canale che corre a sud e per gli edifici che si affacciano sul fiume». L’amministra­zione metterà in conto alla Vardanega il costo dell’operazione: 131.428 euro.

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