Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mantovani: ora Francesco faccia fruttare tutti i voti della sua lista
L’avvocato: «Nei tre mesi in corsa c’erano sempre forze che tiravano indietro»
Il voto è passato e VICENZA quindi le parole, ora, hanno un peso diverso. Anche quelle che ripercorrono il suo periodo da candidato sindaco di centrodestra: 95 giorni, dal 12 gennaio al 17 aprile, in corsa per Palazzo Trissino. E ora l’avvocato, expresidente dell’Ordine forense di Vicenza ed excandidato di Lega e Forza Italia, Fabio Mantovani, si guarda indietro .
Come giudic a l’esito del voto alle urne di domenica? «Sono contento che sia finita bene per il centrodestra. Ora il compito più arduo è quello di formare la Giunta e mettere in atto le cose indicate dal programma. Ma credo che Rucco sia in grado di farlo trovando gli equilibri giusti». Ha votato centrodestra? Ora può dirlo. «Beh (e scoppia in una risata, ndr) diciamo che ci tengo alla mia neutralità e quindi non lo rivelo. Ma a prescindere da quello che ho votato, ho visto un notevole successo della lista di Rucco e questo mi fa piacere, perché significa che il nuovo sindaco avrà più forza e autonomia nel suo sforzo civico». Come legge il
voto alle liste?
«Penso di possa dire che i partiti tradizionali sono stati molto supportati dalle civiche. Sia a destra che a sinistra. Credo sia un risultato importante per la città perché significa che le persone e i programmi hanno avuto un peso maggiore rispetto ai simboli di partito. E le forze politiche, di questo, devono tenere conto. Certo, vedo con un certo dispiacere che c’è stata poca affluenza al voto, con un dato a Vicenza addirittura sotto la media nazionale. Io sono cattolico e nelle settimane prima del voto ho sentito molti parroci spingere le persone alle urne. Ma mi verrebbe da dire, con una battuta, che non c’è molta gente che va in chiesa».
Si aspettava l’elezione del sindaco al primo turno?
«Onestamente no, anche considerando lo sforzo organizzativo della coalizione che
sosteneva Otello Dalla Rosa (centrosinistra). Ma c’era chi mi faceva notare che l’assenza del simbolo dei Cinque stelle nella scheda elettorale avrebbe favorito un testa a testa già al primo turno».
Secondo lei l’assenza della lista pentastellata ha influito?
«Penso di sì e credo che molti elettori del Movimento non siano andati a votare. E credo che l’elettore pentastellato non abbia preso molto bene l’invito a votare il centrosinistra. Queste persone si considerano equidistanti da entrambi i poli e a mio giudizio all’elettore tradizionale del Movimento non è piaciuta quell’iniziativa».
Col senno di poi, i partiti di centrodestra hanno fatto bene a unirsi con Rucco?
«Dirlo adesso è facile, però. Io posso solo ripercorrere la mia strada, che è stata quella di una richiesta di due partiti di candidarmi, a cui ho risposto in modo positivo. Penso che nemmeno Rucco, quando è partito, pensasse di poter trionfare in questo modo e con queste cifre. Oggi penso si possa dire che l’incapacità dei partiti, in quel periodo, ha favorito chi ha saputo mantenere la barra dritta. E va riconosciuto a Rucco che in questo è stato bravo».
Ci furono contatti fra lei e Francesco Rucco negli ultimi giorni prima del suo addio alla campagna elettorale?
«Non ci siamo mai incontrati ma ci siamo parlati, anche se solo per saluti e convenevoli. Forse gli esponenti di partito erano più in contatto con lui. Anche perché io devo dire che in quei tre mesi da candidato sindaco non ho potuto fare molto, c’erano sempre forze che tiravano indietro».
Credo che Rucco sia in grado di ristabilire gli equilibri giusti nella sua Giunta Nel voto di domenica ha pesato sicuramente l’assenza di M5s