Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rizzuto e i cervelli in fuga «Le imprese cominciano a capire»
PADOVA Di strada da fare contro la fuga di cervelli ce n’è tanta, però il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, si dice «ottimista».
Si aspetta mirabolanti investimenti per la ricerca universitaria dal nuovo governo?
«Diciamo che li auspico ma quando dico che sono ottimista penso alle occasioni in cui mi confronto con la platea industriale nordestina che sta cambiando davvero la propria percezione dei giovani talenti usciti dai nostri atenei. Finalmente sta cominciando a passare l’idea che i cervelli che formiamo siano davvero un valore». Un cambiamento culturale, come si suol dire?
«Sì, ed è uno snodo cruciale che si traduce in stipendi di ingresso più alti per i neo dottori prima che prendano la via di qualche paese straniero». E sul fronte accademico?
«Favoriamogli scambi con l’estero che sono sempre arricchenti ma l’importante è che la bilancia resti in attivo. Il problema è che al momento i nostri ragazzi migliori non trovano sbocchi professionali qui, è semplice. Come ateneo solo lo scorso anno abbiamo creato 300 posti in più da ricercatore e fatto tornare nell’ultimo biennio 40 persone, il 2% del corpo docente, però non basta» Cosa manca?
«I ragazzi se ne vanno perché non trovano opportunità, le iniziative delle università non bastano, serve un grande sforzo corale».