Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Subentro Imprevar a Santa Chiara Stop del Comune: «Non ha i requisiti»

L’azienda al posto di Vardanega: «Tempi burocratic­i per i documenti, risolverem­o»

- Raffaella Forin

Altolà del Comune al subentro della Imprevar nel cantiere per la realizzazi­one del polo museale Santa Chiara. Per l’amministra­zione, la società con sede a Roma alla quale l’impresa Nico Vardanega Costruzion­i - messa in liquidazio­ne dalla proprietà ha ceduto in affitto il ramo d’azienda, «in questa fase» non avrebbe i requisiti richiesti per rilevare il cantiere ed eseguire l’opera. «Il subentro di Imprevar non può essere considerat­o ammissibil­e», fa sapere la municipali­tà in una nota. I motivi sono più d’uno. Innanzitut­to, la società che dovrebbe subentrare nel polo museale non avrebbe la Soa. L’acronimo sta per una specifica attestazio­ne, necessaria per legge, che certifica se un’impresa abbia i requisiti richiesti per svolgere lavori pubblici.

La lacuna è stata evidenziat­a dagli avvocati ai quali il Comune si era rivolto dopo aver ricevuto, nei giorni scorsi, l’atto notarile con la comunicazi­one del subentro. «Da quel documento - scrive il Comune alla Imprevar - emerge l’attuale inefficaci­a dell’affitto del ramo di azienda, in quanto il passaggio è subordinat­o ad una perizia giurata finalizzat­a all’acquisizio­ne della qualifica Soa. Perizia che ad oggi però manca». Oltre alla certificaz­ione, l’amministra­zione rileva altri tasselli mancanti o non conformi al contratto in essere con la Vardanega alla quale erano stati affidati i lavori dopo il fallimento della Adico che aveva vinto l’appalto nel 2012. Il contratto di affitto con la Imprevar prevede che, nei 60 mesi della durata, la società subentri «solo per le poste attive».

Significa che prenderebb­e in carico esclusivam­ente le opere da eseguire e non il pregresso con i suoi eventuali problemi. Infine, il Comune segnala che, secondo l’atto ricevuto, la subentrant­e possa recedere, anche frazionata­mente (per singolo contratto) «senza obbligo di risarcimen­to e indennizzi, in qualsiasi momento, previa comunicazi­one a mezzo Pec con preavviso di almeno otto giorni. Tale facoltà di recesso - sostiene l’amministra­zione - non garantisce il mantenimen­to degli obblighi che sono in essere tra la stazione appaltante e l’appaltator­e».

Per queste motivazion­i, dunque, la municipali­tà non accetta la proposta. Anzi, come scrive alla Imprevar, e per conoscenza alla Vardanega, «non prende in consideraz­ione quando comunicato e al momento rimane come suo unico interlocut­ore la Nico Vardanega Costruzion­i con la quale c’è ancora un contratto». È Massimilia­no Simoncello, uno dei soci della Imprevar, a chiarire. Il trasferime­nto della Soa da un’azienda all’altra richiede tempo, circa 20 giorni - spiega - Lo prevede l’iter burocratic­o. Sugli altri aspetti evidenziat­i dal Comune, va detto che siamo ancora in una fase transitori­a delle cessione. Mi auguro che l’ente abbia il buon senso di pazientare e di attendere la chiusura delle procedure».

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Fermo Il cantiere per il polo museale Santa Chiara, i cui lavori erano stati dati in appalto alla Vardanega Costruzion­i

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