Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Limitazioni al Prosecco, il plauso dei viticoltori «Manzato ha ragione, meglio tardi che mai»
Dalle bollicine alla VENEZIA bolla il passo sembra breve. Per scongiurarlo, e per tutelare le varietà a rischio, il neo sottosegretario all’Agricoltura Franco Manzato ha annunciato una stretta sulla produzione del Prosecco, o meglio sui vitigni di Glera in lista d’attesa per strappare la denominazione Doc o Docg, E l’intervista rilasciata ieri da Manzato al Corriere del Veneto mette quasi tutti d’accordo.
«Mi sembra di sentire parlare la nostra associazione, perché le battaglie sono quelle - dice Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto -. Mi auguro che questo sia davvero il governo del cambiamento, ora bisogna avviare un’azione diplomatica per far capire le esigenze dell’Italia in Europa». «Nel nostro perimetro c’è già un’autoregolamentazione - ricorda Stefano Zanette, presidente del consorzio Prosecco Doc -. Il problema sono gli impianti di Glera che sperano nella trasformazione in Prosecco e propongono un prodotto alternativo e concorrenziale. Manzato dice quello che ripeto dal 2016: ben ve nga l ’ i nt r a nsi genza, l’importante è la coerenza».
Per il consorzio Docg, le cose stanno un po’ diversamente: «L’iscrizione è libera, ma l’espansione delle viti non può superare una quota limitata - dice Innocente Nardi, presidente del consorzio Docg Valdobbiadene Conegliano Superiore -. Per quanto ci riguarda, dunque, il problema sollevato da Manzato non esiste: il Glera non può rientrare nella Docg dalla finestra, perché sul nostro territorio gli impianti sono pochissimi e non c’è più spazio. Speriamo che la politica assuma scelte coerenti, senza privilegiare le logiche industriali». Dal canto suo, l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan plaude all’annuncio di Manzato e aggiunge altri punti all’ordine del giorno: «Bisogna recuperare le varietà di rosso, puntare sulla promozione e investire nella ristrutturazione degli impianti».
Fra tanti consensi si leva qualche perplessità, come quella della Camera di commercio di Padova: «Capisco la preoccupazione di Manzato, ma l’accesso al Prosecco è già stato contingentato - commenta Marco Calaon del settore Agricoltura -. Se le norme vengono rispettate non c’è bisogno di ulteriori interventi del governo». «Siamo felici che la politica abbia recepito i nostri timori, ci dispiace che ci sia arrivata solo adesso - aggiunge Luca Ferraro, delegato trevigiano della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi) -. Il problema di fondo è che i veri produttori di uva sono pochi: ad aprire i nuovi impianti sono imprenditori che non hanno nulla a che fare con il nostro mondo e vogliono investire nel Prosecco perché sono attirati dalla prospettiva delle rendite».