Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Limitazion­i al Prosecco, il plauso dei viticoltor­i «Manzato ha ragione, meglio tardi che mai»

- Alessandro Macciò

Dalle bollicine alla VENEZIA bolla il passo sembra breve. Per scongiurar­lo, e per tutelare le varietà a rischio, il neo sottosegre­tario all’Agricoltur­a Franco Manzato ha annunciato una stretta sulla produzione del Prosecco, o meglio sui vitigni di Glera in lista d’attesa per strappare la denominazi­one Doc o Docg, E l’intervista rilasciata ieri da Manzato al Corriere del Veneto mette quasi tutti d’accordo.

«Mi sembra di sentire parlare la nostra associazio­ne, perché le battaglie sono quelle - dice Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto -. Mi auguro che questo sia davvero il governo del cambiament­o, ora bisogna avviare un’azione diplomatic­a per far capire le esigenze dell’Italia in Europa». «Nel nostro perimetro c’è già un’autoregola­mentazione - ricorda Stefano Zanette, presidente del consorzio Prosecco Doc -. Il problema sono gli impianti di Glera che sperano nella trasformaz­ione in Prosecco e propongono un prodotto alternativ­o e concorrenz­iale. Manzato dice quello che ripeto dal 2016: ben ve nga l ’ i nt r a nsi genza, l’importante è la coerenza».

Per il consorzio Docg, le cose stanno un po’ diversamen­te: «L’iscrizione è libera, ma l’espansione delle viti non può superare una quota limitata - dice Innocente Nardi, presidente del consorzio Docg Valdobbiad­ene Conegliano Superiore -. Per quanto ci riguarda, dunque, il problema sollevato da Manzato non esiste: il Glera non può rientrare nella Docg dalla finestra, perché sul nostro territorio gli impianti sono pochissimi e non c’è più spazio. Speriamo che la politica assuma scelte coerenti, senza privilegia­re le logiche industrial­i». Dal canto suo, l’assessore regionale all’Agricoltur­a Giuseppe Pan plaude all’annuncio di Manzato e aggiunge altri punti all’ordine del giorno: «Bisogna recuperare le varietà di rosso, puntare sulla promozione e investire nella ristruttur­azione degli impianti».

Fra tanti consensi si leva qualche perplessit­à, come quella della Camera di commercio di Padova: «Capisco la preoccupaz­ione di Manzato, ma l’accesso al Prosecco è già stato contingent­ato - commenta Marco Calaon del settore Agricoltur­a -. Se le norme vengono rispettate non c’è bisogno di ulteriori interventi del governo». «Siamo felici che la politica abbia recepito i nostri timori, ci dispiace che ci sia arrivata solo adesso - aggiunge Luca Ferraro, delegato trevigiano della Federazion­e italiana vignaioli indipenden­ti (Fivi) -. Il problema di fondo è che i veri produttori di uva sono pochi: ad aprire i nuovi impianti sono imprendito­ri che non hanno nulla a che fare con il nostro mondo e vogliono investire nel Prosecco perché sono attirati dalla prospettiv­a delle rendite».

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