Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Gli azionisti traditi e la Carreri respinta: «Siamo indignati e in preda allo sconforto»
Indignazione e sconforto, «combattè una battaglia giusta: purtroppo la giustizia italiana è anche questo». Sono i commenti delle associazioni di azionisti-risparmiatori defraudati circa il mancato reintegro in magistratura di Cecilia Carreri, l’ex giudice che nel 2002, come giudice per l’indagine preliminare si oppose all’archiviazione della prima inchiesta su BpVi e sull’allora presidente Gianni Zonin. Carreri aveva chiesto al Csm di annullare le dimissioni del 2009 per rientrare nel suo ruolo. Il Consiglio superiore della magistratura ha però risposto negativamente. «Sono costernata e affranta – commenta Elena Bertorelli, dell’associazione Casa del Consumatore – sono certa che lei, Cecilia, troverà una nuova via per fare emergere la verità». Simile il commento di Renato Bertelle, avvocato che difende molti ex azionisti: «Carreri a suo tempo combattè una battaglia giusta, i fatti hanno dimostrato che aveva ragione. Fu deciso che quella battaglia doveva essere persa, e fu deciso in modo sbagliato – dichiara l’avvocato – Zonin doveva essere condannato, invece qualcuno volle che non fosse così. I giudici hanno sbagliato, purtroppo la giustizia italiana è anche questo. È il motivo per cui, con l’attuale processo, non sappiamo come andrà a finire». Luigi Ugone, dell’associazione Noi che credevamo nella Bpvi, è «dispiaciuto per Carreri: aveva dimostrato fiuto sulle situazioni su cui investigare, grande intuito su dove fossero i guai prima che scoppiassero. Aveva parlato di un caso Zonin molto prima che la situazione fosse scoperchiata. Ora, il procedimento è in corso: noi associazioni siamo qui a battagliare e saremo lieti di qualunque contributo l’ex giudice potrà darci. Come cittadini, speriamo che prima o poi sia reintegrata».