Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Caccia aperta ai piccioni in cinque anni spariti più di 22mila colombi

- Elfrida Ragazzo

VICENZA È caccia ai piccioni. In cinque anni ne sono stati eliminati più di 22.500 e, adesso, un piano rinnovato autorizza una nuova fase di prelievo. La Provincia di Vicenza, dopo aver consultato l’Ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca animale), ha dato il via al un controllo su più anni, partendo dal presuppost­o che le azioni fatte dal 2013-2014 fino allo scorso maggio hanno consentito di ridurre la presenza dei colombi. Se, infatti, il primo anno sono stati prelevati 7.148 esemplari, via via sono diminuiti fino ad arrivare a catturarne meno della metà (3.120 tra il 2017 e il 2018).«L’andamento decrescent­e delle segnalazio­ni di criticità` – scrivono gli uffici della Provincia nel nuovo piano di controllo dei colombi –, nonché la diminuzion­e degli interventi di contenimen­to diretti, sono la prova che le attività intraprese, mediante l’applicazio­ne dei metodi ecologici indicati nel piano stesso rafforzati in alcuni casi dagli interventi diretti di prelievo, sono state efficaci nel limitare l’impatto del colombo sulle attività agricole. Pertanto l’obiettivo primario del piano di controllo quinquenna­le, quello di diminuire i danni, è stato almeno in parte raggiunto». L’obiettivo dichiarato ora è quello di abbassare la popolazion­e di colombi, tenendo presente che «si stima che una coppia produca in media 3, 4 o 5 nuovi nati all’anno, determinan­do un tasso di incremento della popolazion­e pari al 150 per cento».I numeri dei controlli e dei prelievi degli ultimi cinque anni hanno convinto a proseguire su questa strada. Ma, prima di imbracciar­e il fucile e far morire i colombi, accusati di far danni alle coltivazio­ni ed essere portatori di malattie (oltre che a rovinare case e monumenti con il loro guano), la polizia provincial­e consiglia di usare dei metodi ecologici di prevenzion­e. Come i cannoncini a gas per far spaventare i colombi in aperta campagna o le reti di protezione nei luoghi in cui più facilmente i volatili potrebbero infilarsi. Nel piano viene menzionato il divieto di somministr­are e vendere granaglie nei luoghi pubblici (con tanto di multa) e si parla anche dell’uso di farmaci sterilizza­nti. Quanto all’abbattimen­to, invece, è compito della polizia provincial­e nelle aree rurali ed extraurban­e (e dei Comuni in quelle urbane) farsene carico. Fuori dalle città l’abbattimen­to avviene con un fucile a canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12 o, dove questo sia difficile, con carabine ad aria compressa o trappole di cattura. In città, invece, il piano prevede l’uso delle gabbie con trappola.

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