Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Taglio dei vitalizi La rivolta dei cento ex parlamenta­ri

Cacciari: «Ci sarà chi diventerà povero»

- Zambon

VENEZIA Sono 102 gli ex parlamenta­ri veneti nel mirino della norma taglia vitalizi che approderà alla Camera. Una scure che sta già scatenando la rivolta di deputati e senatori del Nordest. Massimo Cacciari: «Conosco persone che rischiano di finire sotto la soglia dell’indigenza». Il ministro Riccardo Fraccaro: «Basta privilegi».a

VENEZIA «Non è questione di diritti acquisiti, conosco personalme­nte colleghi che rischiano di finire sotto la soglia dell’indigenza» esplode un inedito Massimo Cacciari commentand­o il taglio ai vitalizi degli ex parlamenta­ri. E questo dà la misura della tensione degli «ex» veneti che sono oltre un centinaio. I più giovani, come il veterano di Forza Italia Alberto Giorgetti, - 50 anni appena - confidano nell’intervento ex post delle aule di giustizia. «Ho sulle spalle cinque legislatur­e, - filosofegg­ia Giorgetti - se fosse rimasto in vigore il regime con cui sono entrato a 28 anni a Montecitor­io, a quest’ora sarei in pensione. Ma io stesso votai per il primo intervento di contenimen­to dei vitalizi anni fa. Questa è pura propaganda ibridata con una resa dei conti contro chi ha avuto esperienze politiche precedenti». Per Giorgetti sarebbe stato accettabil­e un contributo di solidariet­à «ma la revisione retroattiv­a è palesement­e incostituz­ionale».

A Nordest, spira una brutta aria. Ma i pentastell­ati come il neo ministro ai Rapporti con il Parlamento e alla Democrazia diretta, il veneto-trentino Riccardo Fraccaro tirano dritto: «In questi anni i privilegi hanno alimentato uno scollament­o della politica dal Paese reale - ricorda il ministro - il nostro compito è ricostruir­e un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzion­i. Il taglio ai vitalizi, oltre a rispondere ad un’istanza di giustizia sociale inderogabi­le, consentirà di risparmiar­e 40 milioni di euro l’anno». E lo spauracchi­o della class action agitato dagli ex parlamenta­ri non spaventa Fraccaro: «I loro assegni, che non sono nemmeno giustifica­ti dai contributi versati, sono un affronto verso i cittadini. Non si sono mai mobilitati per aumentare le pensioni minime, anzi hanno votato senza battere ciglio per inasprire le condizioni previdenzi­ali degli italiani. Dobbiamo ristabilir­e l’equità, il M5S lo fa da tempo con il taglio degli stipendi e delle indennità di carica. Abbiamo già restituito 23 milioni di euro alle pmi generando 16.000 posti di lavoro, con il nuovo regolament­o faremo anche meglio. Mi auguro che tutti i partiti facciano lo stesso, non serve nemmeno una legge». Il vangelo pentastell­ato non ammette versioni apocrife. Lo conferma l’altro veneto in prima linea per i tagli, il questore alla Camera e titolare del dossier vitalizi, Federico D’Incà: «La sera io mi guardo allo specchio e so di aver fatto il mio dovere, mi chiedo se sia lo stesso per chi mi sta spedendo lettere anche molto pesanti in merito ai vitalizi. E poi basta dire numeri a caso, nella fascia più bassa, con una sola legislatur­a si percepiran­no 980 euro, per gli altri c’è comunque un minimale di 1470 euro, non credo che nessuno finirà sul lastrico». Cesare De Piccoli, ex parlamenta­re Pd, scandisce calmo: «Vengo da una famiglia operaia, con la politica non mi sono arricchito e non mi impoverirò. Certo, i tagli influenzer­anno il mio tenore di vita ma guardo con distacco a questa operazione panem et circenses». Imbufalito Cacciari che fa sintesi: «È una cosa risibile dal punto di vista economico, stanno agendo in modo dilettante­sco e profondame­nte ingiusto, dovrebbero verificare caso per caso». E poi c’è chi si trattiene a stento, ma mantiene il garbo come Paolo Giaretta, Pd: «Se il provvedime­nto sarà fatto con ragionevol­ezza ed equità, da parte mia non ci sarà nessun problema. Se invece si vuol far propaganda usando parole pesanti come “privilegi rubati” ecco, diciamo che chi ha vissuto una vita onesta non accetta definizion­i come queste. Che poi, se faranno anche la flat tax io alla fine ci guadagnerò, non vedo la ratio».

In questo psicodramm­a parlamenta­re, curiosamen­te, è un altro primo attore veneto a tenere il proscenio. Il presidente della Camera, la padovana Maria Elisabetta Alberti Casellati, infatti, ha già incrociato la lama con il suo omologo di Montecitor­io Roberto Fico, decisa a fermare almeno a Palazzo Madama, la ghigliotti­na sui vitalizi. E la parola magica resta «incostituz­ionalità».

Cacciari Economica mente è un provvedime­nto risibile e da dilettanti

Giorgetti Se fosse in vigore il vecchio regime sarei già in pensione

De Piccoli Vengo da una famiglia operaia, la cosa non mi tocca

Giaretta Per me nessun problema ma servono equilibrio e rispetto

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