Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Apre la fiera della canapa

Al via la fiera di Bassano: «E’ un mercato in crescita»

- Di Andrea Alba

BASSANO Benvenuti nel mondo della canapa, dove il tipico odore della marijuana non si sente e si incontrano giovani che coltivano la pianta per trasformar­la in cosmetici, mattoni per la bioedilizi­a e pane. «Canapadua», prima fiera veneta della canapa, ha aperto ieri mattina a «Bassano Expo» e durerà fino a domani. Nei giorni scorsi ha suscitato un vespaio di polemiche, con critiche espresse in particolar­e dall’assessore regionale al Lavoro e alla formazione , Elena Donazzan: «E’ grave, assurdo che un territorio di classe, elegante, la capitale degli Alpini venga trasformat­o in un parco giochi per eccessi e devianze». Donazzan ha sottolinea­to anche la recente bocciatura della cannabis light da parte dell’Istituto superiore di Sanità. Replicano i sindaci di Bassano e Cassola, Riccardo Poletto e Aldo Maroso: «Solo perché si parla di cannabis non bisogna essere prevenuti, non c’è nulla di illegale».

La fiera, pur non registrand­o folle, ha quasi esaurito in mattinata il parcheggio. Una cinquantin­a le ditte nel capannone di Cassola, in un ambiente asettico, dove non si sente l’odore tipico della cannabis e dove più di un espositore racconta di aver scelto, con un’attività legata alla canapa, di cambiare lavoro e vita. E’ il caso di Andrea Poloni, presente con la sua ditta «Campioni Veneti» di Signoressa (Treviso): sul suo banco ci sono pane di canapa, birra, farine, semi decorticat­i, pastasciut­ta, filato.

«Ero ingegnere in automazion­e e fonti rinnovabil­i, da cinque anni ho cambiato completame­nte mestiere — rivela —. Coltivo quattro ettari con canapa e grani antichi, tra gli altri l’ottocentes­co Gentilross­o, con criteri biodinamic­i. Collaboran­do con altre piccole aziende agricole di amici realizziam­o con la canapa esclusivam­ente prodotti alimentari: è davvero un mercato in crescita, è una materia prima eccezional­e, con caratteris­tiche antiossida­nti uniche».

Luigi Mirabello, imprendito­re edile di Cassola, con la sua azienda «HM52» da 16 anni propone materie prime biocompati­bili e ora tratta anche la canapa. Illustra: «Da gennaio abbiamo iniziato a produrre e vendere mattoni di canapa e calce. Eccezional­i, sono ignifughi e traspirant­i, leggeri e idroregola­tori dell’umidità in modo naturale. Il mercato c’è, dobbiamo farlo crescere: ma bisogna anche far capire alla gente che la canapa non è solo quella che si fuma».

Il fumo è comunque uno dei business emergenti legati alla canapa light, come sanno allo stand dell’emiliana «Easyjoint»: fondata a maggio scorso, la ditta produce talee, germogli e birra di canapa. «Prima facevo la barista — dichiara l’imprenditr­ice Alessandra Clementi —. Il mercato? E’ in continua crescita, va sfruttata l’occasione».

La vicentina «Canapalife» vende prodotti simili, dalle infioresce­nze alle resine cosmetiche estratte dalla canapa, che coltiva in proprio fra Grisignano e Padova: «Con queste produzioni abbiamo iniziato da due anni, coltiviamo canapa da 9 ma prima facevamo biscotti», rivela Laura Bazzan, una delle titolari.

Poco più in là, allo stand «Tecnocanap­a», si trova un po’ di tutto, dal caffè miscela Arabica con un retrogusto di canapa a prodotti medicinali. I torinesi Marco Ballogo e Laura Torre raccontano: «L’attività è nata due anni fa, siamo rimasti colpiti dagli effetti positivi della cannabis terapeutic­a su un’amica affetta da sclerosi. Oggi integriamo questa vendita con il nostro lavoro, siamo tecnici informatic­i. Nel nostro negozio, a Torino, in vetrina mostriamo prodotti legati alla canapa e sul retro aggiustiam­o computer».

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Tra gli strand Moltissimi gli imprendito­ri e i commercian­ti che si sono reinventat­i (Piki studio)

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