Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Veneto Banca: dopo l’insolvenza, al setaccio viaggi, spese e prestiti senza garanzie
TREVISO I viaggi con il jet della banca e con voli commerciali, per importi considerevoli. E le opere d’arte acquistate con una certa frequenza. Sono alcune delle voci di spesa diventate materia d’indagine per i finanzieri del nucleo di polizia tributaria, che su mandato della procura di Treviso sono a caccia di reati di bancarotta. Devono chiarire se il dissesto di Veneto Banca, certificato dal tribunale fallimentare con lo stato d’insolvenza e una previsione di passivo, a liquidazione compiuta, di 538,6 milioni di euro, sia stato provocato da azioni «dolose» con distrazione di risorse o pagamenti preferenziali.
Per i secondi il nodo sono i finanziamenti ai clienti ad alcuni gruppi societari e a privati ai quali, negli anni d’oro, sarebbero stati concessi finanziamenti anche di milioni di euro con scarse o, addirittura, in assenza totale di garanzie. Linea d’indagine che pare in qualche modo riprendere i temi sollevati con l’azione di responsabilità fatta approvare dai soci nell’assemblea di fine 2016 dal cda guidato da Massimo Lanza. In quell’ambito si erano messe nel mirino 40 posizioni di clienti in merito alla «erogazione, gestione e monitoraggio di affidamenti concessi dalla Banca dal 2006 al 2014», durante l’era Consoli. L’esposizione della banca era di 402 milioni.
Ma non è solo su questo che è impostata la bussola delle indagini. Si cercano anche eventuali distrazioni del patrimonio della banca, di risorse cioè che siano state prelevate impropriamente dalle casse. Quali? Tra le voci di spesa più interessanti ai fini dell’inchiesta, già passate al setaccio dalla procura di Roma con l’indagine per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza poi trasferita a Treviso, ci sarebbero le trasferte di Consoli e i suoi acquisti di opere d’arte. I finanzieri stanno cercando di capire se si tratta di spese superflue e soprattutto se fossero fatte nell’interesse dell’istituto di credito.
Nel mirino i viaggi dell’ad di Veneto Banca non solo col jet privato della banca ma anche con voli commerciali, con biglietti acquistati per importi importanti. E poi torna ancora la vicenda delle opere d’arte. Perché Veneto Banca, tra il 2007 e il 2009 ha pagato oltre 2 milioni e 200 mila euro per l’acquisto di quadri e altri pezzi d’arte con valori inseriti al bilancio che sarebbero poi stati svalutati. Le nuove indagini di Treviso dovranno stabilire se tutto fu fatto in maniera regolare.