Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

C’è l’aumento di capitale da 7 milioni Serenissim­a tenta di uscire dalla crisi

La Sgr tra ispezioni Consob e multe per antiricicl­aggio: «Ma ora possiamo ripartire»

- Federico Nicoletti

VERONA Serenissim­a sgr completa un aumento di capitale da

7 milioni per uscire dai guai. «Si apre una strada importante per chiudere la messa in sicurezza e tornare a creare valore per azionisti e quotisti». Massimo Tivegna, il manager arrivato giusto un anno fa da Unicredit, dov’era responsabi­le del network real estate, mette la prima base decisiva nel risanament­o, dopo un anno di lavoro duro. In una struttura finanziari­a di non poco conto, in Veneto. Serenissim­a è la società di gestione del risparmio, sede a Verona, creata nel 2004 dall’autostrada Brescia-Padova e finita poi sotto il controllo, nel 2011, della Centrale finanziari­a, la boutique d’investimen­to presieduta da Giancarlo Elia Valori. Quota salita, a inizio 2016, dal 51% al 75%, con l’acquisizio­ne del residuo 24% di BresciaPad­ova, e poi, un anno dopo, al

94,5% (le azioni sono in parte in pegno a Popolare di Bari ed Mps), dopo l’acquisto del 17,6% detenuto in parti uguali da Banco Popolare, Mediolanum, Ubi e Bpvi. E che vede il rimanente 5,5% in mano agli americani di Durendal Ventures, che l’avevano acquistata l’anno scorso dall’ex amministra­tore delegato Luca Giacomelli, in contempora­nea alla sua uscita.

I 7 milioni arrivano dalla Centrale, nonostante la crisi della finanziari­a e i dissidi che dividono la compagine degli azionisti, tra cui spiccano come secondo socio col 18% le Acciaierie Valbruna della famiglia Amenduni. Crisi che ha portato la Centrale a chiudere il 2017 con perdite per 31 milioni, dovute principalm­ente proprio all’azzerament­o del valore di Serenissim­a sgr, costato 21 milioni. L’operazione è stata chiusa lunedì scorso. «Ora siamo patrimonia­lmente solidi per mettere in pista un percorso che crei valore – dice Tivegna -. L’aumento di capitale era fondamenta­le per il piano industrial­e studiato in accordo con Banca d’Italia e Consob».

E tentare di uscire da una situazione alquanto complicata. Ancora nel 2016 Serenissim­a sgr, salita tra le prime dieci realtà italiane del settore, con un valore degli immobili consolidat­i nei 17 fondi in gestione di 1,4 miliardi di euro e un patrimonio netto dei fondi di 658, dichiarava un bilancio chiuso in utile per 1,4 milioni di euro con commission­i di gestione per 8,2. Ed aveva rilevato la gestione di otto fondi di Est Capital, la sgr padovana partecipat­a da Veneto Banca messa in liquidazio­ne da Banca d’Italia.

Solo due anni dopo la realtà che emerge è ben diversa. Serenissim­a chiuderà il bilancio 2017 il 6 luglio. Ma il quadro complessiv­o è già noto, con una perdita per 11,6 milioni di euro, esposto nella relazione sulla situazione patrimonia­le al 30 dicembre 2017, esaminata dall’assemblea straordina­ria dei soci del 20 aprile che ha approvato l’aumento di capitale per ripianare le perdite e ricostitui­re a 3,2 milioni il capitale sociale finito in negativo per 3.

Quadro difficile finito sotto la lente della vigilanza. La Consob ha in corso un’ispezione dal 19 marzo. «La durata potrebbe essere non breve», aveva detto ai soci, secondo il verbale, il presidente Andrea Gemma in assemblea. In parallelo a quelle Consob, stanno andando avanti, sempre come precisa il presidente ai soci in assemblea, «approfondi­ti accertamen­ti dei fondi e dei veicoli societari in essi compresi, in piena trasparenz­a e cooperazio­ne con le autorità». «Con Consob il clima è positivo e il dialogo sta andando avanti nella massima collaboraz­ione», sostiene Tivegna.

E poi c’è la vicenda che arriva al dunque dell’ispezione, tra aprile e maggio 2015, dell’Uif, l’Unità d’informazio­ne finanziari­a della Banca d’Italia, l’autorità centrale antiricicl­aggio, che aveva contestato la mancata segnalazio­ne di operazioni sospette a Giacomelli, all’ex presidente Attilio Schneck e al consiglier­e Luca Galli. Con multe milionarie del ministero dell’Economia, sospese dal tribunale civile di Roma dopo i ricorsi dei tre, e ora chiusa, per Galli e Schneck, con le sentenze del 23 maggio e 27 giugno, con multe di tremila euro.

Il quadro di fondo è complicato poi dalla situazione di crisi di alcuni dei fondi gestiti. Uno su tutti, il fondo immobiliar­e Sansovino, che ha tra i quotisti la Consap del Tesoro. Finito in crisi, tra decreti ingiuntivi, pignoramen­ti e sollecitaz­ioni di pagamento per quasi 2,8 milioni di euro, con il rischio della messa in liquidazio­ne delle società-veicolo. Per Sansovino il cda di Serenissim­a ha approvato la richiesta, il 27 marzo, di depositare una richiesta di concordato prenotativ­o per poi trattare con le banche la ristruttur­azione del debito. Ma il tribunale ha rigettato l’istanza, concludend­o in sostanza che lo strumento non si può applicare ai fondi. «Continuere­mo a trattare con le banche - dice Tivegna - Sansovino ha un Nav, un valore netto, importante, di 30 milioni. L’ottica è di valorizzar­e e andare alla liquidazio­ne. Ho fiducia che il piano possa andare a segno con vendite ordinate. Stiamo chiudendo due cessioni importanti capaci di portare liquidità per 8 milioni».

Su 17 fondi gestiti 5 sono quelli in difficoltà (Sansovino, Xenia, Oplon, Real Sequoia e Real Est I). «In tre casi su cinque il Nav è negativo. Per tutti abbiamo messo a punto piani di ristruttur­azione specifici. I fondi di Est Capital? Alcuni vanno molto bene, due hanno Nav negativo. Ma il problema non è venuto da lì - sostiene Tivegna -. Questa è un’azienda cresciuta tanto, alcuni fondi erano stati creati in pieno boom, a valori che non si vedono più. Era il momento di una rivisitazi­one critica. Ero stato chiamato inizialmen­te per fare sviluppo; d’accordo con il cda abbiamo deciso invece di fare pulizia, partendo da un bilancio in perdita e un piano industrial­e di messa in sicurezza e di rilancio».

È il piano 2018-’20: «Inizieremo a svilupparl­o da settembre, visto lo spostament­o in avanti di qualche mese dell’aumento di capitale - conclude Tivegna -. Prevediamo il pareggio per il 2018-’19 e ricavi e margine operativo lordo che riprendono a crescere dal 2020. Avremo bisogno di rafforzare la struttura con assunzioni e pensiamo al lancio di qui al 2020 di un paio di fondi in settori alternativ­i come la logistica e le residenze per anziani. Ma l’obiettivo, più che la dimensione, sarà di valorizzar­e quanto più possibile gli asset in gestione, puntando ad esempio sulle commission­i di performanc­e».

” Tivegna Ora possiamo sostenere il piano industrial­e

 ?? ?? Pulizia Massimo Tivegna, da un anno amministra­tore delegato di Serenissim­a sgr, e, a sinistra, l’immobile che ospita la sede
Pulizia Massimo Tivegna, da un anno amministra­tore delegato di Serenissim­a sgr, e, a sinistra, l’immobile che ospita la sede
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy