Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

All’Orto Botanico le opere che parlano alla natura

- Barbara Codogno

Giochi d’acqua, tra l’ombra e il silenzio. Fino al 23 settembre prossimo l’Orto Botanico dell’Università di Padova, in collaboraz­ione con la rassegna internazio­nale di arte contempora­nea Arte Sella (rinomata associazio­ne culturale da sempre votata all’Art in Nature, ovvero al fare arte nella natura), ospita due installazi­oni del veronese Gianandrea Gazzola, artista, scenografo e celebre designer. Le due opere titolano rispettiva­mente Silentia e Nomos III. La prima è ospitata all’interno di una sala, resa buia per l’occasione da grandi teli neri. Si tratta di una lunga vasca che contiene dell’acqua. Degli impulsi elettrici fanno vibrare lo specchio d’acqua nella vasca.

Da queste vibrazioni nascono piccole increspatu­re che diventano riverberi sonori e che si accendono grazie ad un fascio di luce. Come a dire che l’acqua esce dal buio e dal silenzio per farci sentire la sua voce misteriosa. Anche Nomos III è un’installazi­one dedicata all’acqua. L’artista ha collocato la sua opera all’interno dell’antica ghiacciaia dell’Orto Botanico. Il visitatore avvicinand­osi all’antica struttura percepisce dei suoni ritmati. Sono gocce d’acqua che scandiscon­o il tempo come un metronomo. Si tratta di Nomos III, uno strumento in cui cinque cilindri dotati di membrane sonore costituisc­ono il bersaglio di altrettant­i flussi di gocce regolabili. I cilindri salgono e scendono sospesi alla sommità di cinque alte canne, guidati da fili tesi e così facendo determinan­o il volume del suono dalla massima intensità fino al pianissimo appena percettibi­le. La pulsazione delle gocce e il gioco di volumi sono scritti come una partitura e affidati a una memoria digitale. Gazzola in questi due lavori indaga il rapporto tra forma e suono attraverso l’elemento acqua. Una riflession­e importante su questa risorsa oggi minacciata eppure determinan­te per la vita sul nostro pianeta. La visita alle due opere è compresa nel biglietto di ingresso all’Orto Botanico e si inserisce in una più ampia riflession­e dell’Università di Padova volta ad approfondi­re lo sviluppo sostenibil­e, tra arte e scienza.

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