Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
All’Orto Botanico le opere che parlano alla natura
Giochi d’acqua, tra l’ombra e il silenzio. Fino al 23 settembre prossimo l’Orto Botanico dell’Università di Padova, in collaborazione con la rassegna internazionale di arte contemporanea Arte Sella (rinomata associazione culturale da sempre votata all’Art in Nature, ovvero al fare arte nella natura), ospita due installazioni del veronese Gianandrea Gazzola, artista, scenografo e celebre designer. Le due opere titolano rispettivamente Silentia e Nomos III. La prima è ospitata all’interno di una sala, resa buia per l’occasione da grandi teli neri. Si tratta di una lunga vasca che contiene dell’acqua. Degli impulsi elettrici fanno vibrare lo specchio d’acqua nella vasca.
Da queste vibrazioni nascono piccole increspature che diventano riverberi sonori e che si accendono grazie ad un fascio di luce. Come a dire che l’acqua esce dal buio e dal silenzio per farci sentire la sua voce misteriosa. Anche Nomos III è un’installazione dedicata all’acqua. L’artista ha collocato la sua opera all’interno dell’antica ghiacciaia dell’Orto Botanico. Il visitatore avvicinandosi all’antica struttura percepisce dei suoni ritmati. Sono gocce d’acqua che scandiscono il tempo come un metronomo. Si tratta di Nomos III, uno strumento in cui cinque cilindri dotati di membrane sonore costituiscono il bersaglio di altrettanti flussi di gocce regolabili. I cilindri salgono e scendono sospesi alla sommità di cinque alte canne, guidati da fili tesi e così facendo determinano il volume del suono dalla massima intensità fino al pianissimo appena percettibile. La pulsazione delle gocce e il gioco di volumi sono scritti come una partitura e affidati a una memoria digitale. Gazzola in questi due lavori indaga il rapporto tra forma e suono attraverso l’elemento acqua. Una riflessione importante su questa risorsa oggi minacciata eppure determinante per la vita sul nostro pianeta. La visita alle due opere è compresa nel biglietto di ingresso all’Orto Botanico e si inserisce in una più ampia riflessione dell’Università di Padova volta ad approfondire lo sviluppo sostenibile, tra arte e scienza.