Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Design, impegno e scoperte: le altre mostre veneziane
Arte Una mappa delle esposizioni che si affiancano ai grandi eventi. Alla riscoperta di palazzi nascosti e piccoli musei
Icalligrafici paesaggi dell’anima di Nancy Genn, l’arte etica in dialogo tra passato e futuro di Michelangelo Pistoletto, l’incontro tra reale e virtuale di Aldo Cibic, i canali della Serenissima che diventano architettura reale e mentale per sette artiste, i vetri unici firmati da Bianconi e Zecchin. Non è solo Biennale a Venezia. In questa calda estate, l’ideale è rifugiarsi dentro un museo o un palazzo, approfittando della variegata offerta di mostre che animano ogni luogo della città lagunare.
In concomitanza e in dialogo con «Freespace» (fino al
25 novembre), «16. Mostra Internazionale di Architettura», oltre all’imprescindibile visita ai Giardini e all’Arsenale - come anche alle mostre sui 16 «Progetti d’acqua» di Renzo Piano alla Fondazione Vedova, «1948: la Biennale di Peggy Guggenheim» e «Josef Albers in Mexico» a Palazzo Venier dei Leoni, «Dancing with myself» a Punta della Dogana e «Albert Oehlen. Cows by the Water» a Palazzo Grassi, «Memphis» a Palazzo Franchetti con la Gabbia dorata alta otto metri di Ai Weiwei nel giardino, insieme alle rassegne «Machines à penser» alla Fondazione Prada e «The Explorer, part one» alla V-A.C Foundation, agli scatti di Fulvio Roiter alla Casa dei Tre Oci, ai vetri del Cirva alla Fondazione Cini, all’omaggio a Music e alla Collezione Merlini a Palazzo Fortuny - tra le decine e decine di altre esposizioni ce ne sono altre che meritano una visita.
Sono raffinatissime le 40 opere, soprattutto su carta, che ripercorrono 60 anni di carriera dell’artista californiana Nancy Genn nella mostra «Architecture from Within/ Architetture Interiori» (fino al
7 agosto), a Palazzo Ferro Fini sul Canal Grande. Astrazione geometrica, sfumature di colore metafora dello scorrere del tempo, pulizia del segno, tecniche che rimandano ai temi ambientali, le sue creazioni rarefatte e intimiste sintetizzano estetica orientale e modernismo europeo.
La spiritualità in continuo mutamento: «Nella mia recente serie “Patagonia” - spiega la Genn, splendida novantenne - c’è la lentezza, ci sono i secoli, i millenni, il ciclo della vita. Spesso attraverso l’acqua che scorre, qui come nella cascata (possente) del trittico “Waterfall Tryptich”». Gli abissi del mare sono esplorati all’Istituto di Scienze Marine (Cnr-Ismar) nell’esposizione investigativa «Prospecting Ocean» (fino al 30 settembre), a cura del filmmaker e fotografo Armin Linke, sulle sfide con cui devono misurarsi oggi i nostri oceani, tra videoinstallazioni, documenti e spettacolari fotografie. L’elemento liquido è al centro pure di «Sostanza d’acqua. I canali della Serenissima» (c’è tempo fino a venerdì), allestita nella sede della Fondazione Bevilacqua La Masa di Palazzetto Tito. I canali della laguna sono il palcoscenico sul quale sette artiste - Carmela Cipriani, Claudia Corò, Paola Madormo, Peggy Milleville, Luana Segato, Marialuisa Tadei, Elisabetta Zanutto - si cimentano dichiarando il proprio amore per la musa Venezia, ognuna dando un imprinting originale.
Nell’altra sede della Bevilacqua, la Galleria di Piazza San Marco, c’è «La Passione e la Visione» (fino all’8 luglio): tra Architettura, Moda e Arte un inedito raffronto VeneziaFirenze a partire dalle figure di Riccardo Selvatico e Gio- vanni Battista Giorgini, che idearono nel 1895 la Biennale e nel 1951 «La Moda Italiana».
Il confronto del classico più classico col contemporaneo è in «Arteologia» (fino al 12 settembre), al Museo Archeologico, che accosta alle statue millenarie i lavori di 15 autori contemporanei che aderiscono al Manifesto dell’Arte Etica, «a rappresentare il momento della civiltà attuale, cercando di dare un senso alla nostra realtà», marca il curatore Sandro Orlandi Stagl. I temi affrontati sono quelli della guerra, delle discriminazioni sociali, inquinamento, consumismo. E così Pistoletto - da tempo con la sua Cittadellarte impegnato a risvegliare le coscienze - è la superstar della mostra, col suo «Etrusco» immortalato in un gesto di monito a voler bloccare le persone come a dire: «Ascoltate!». C’è denuncia, ma anche poesia, come nell’opera di Julia Bornefeld che riproduce un enorme fiore carnivoro simbolo al contempo di vita e morte.
Sotto l’Archeologico ecco il Caffè Florian dove Cibic ha rivestito la Sala Cinese con pareti di canne di plexiglass colorato e uno schermo che sembra galleggiare: «La cosa interessante - spiega Cibic - è che col telefonino si entra nel video». L’installazione (fino all’8 settembre) è il «contenitore» del progetto «(IN)Complete», piattaforma informatica per un’indagine sulla vita e il design, la società e la tecnologia (www.incomplete.design).
Concludiamo con i colori dei 177 vetri della Collezione Barry Friedman in mostra al Museo del Vetro di Murano (fino al 19 agosto), preziosa raccolta di opere del XX secolo donata l’anno scorso a Venetian Heritage per destinarla al Museo. Una carrellata di vetri di Bianconi, Buzzi, Nason, Poli, Scarpa, Zecchin, creati nelle più importanti fabbriche muranesi, come Seguso, Barovier e Toso, Cenedese, Salviati e Venini.
Memoria Artisti contemporanei in dialogo al Museo Archeologico
Forme Al Caffè Florian il designer Cibic ha utilizzato canne di plexiglass
Ricerca Bevilacqua La Masa: un confronto tra Firenze e Venezia